Dopo aver superato in un solo mese il primo obiettivo di finanziamenti pari a 100.000€, EatTiamo, la startup che dal 2016 porta il miglior cibo italiano direttamente sulle tavole delle famiglie americane grazie a soluzioni legate al digital, non intende fermarsi.
Il successo della campagna di crowdfunding, che oggi si avvicina ad investimenti pari a 180.000€, e il crescente interesse da parte di aziende leader nel mercato italiano hanno portato Nicholas Figoli e Francesco Pelosi, founders della startup, a prolungare la campagna di crowdfunding sul portale Mamacrowd sino al 31 Gennaio.
L’intento è quello di raggiungere il traguardo massimo di 250.000€ che porterebbero la startup ad affrontare con forza il mercato americano prima e quello asiatico poi.
Sono oltre 60 gli investitori che hanno scelto di investire in EatTiamo. Finanziatori privati, ma anche società finanziarie e aziende di rilievo nel panorama italiano, non si sono fatti scappare l’opportunità di diventare soci a tutti gli effetti della startup che punta a distribuire i primi dividendi entro il 2020.
Grazie al crowdfunding investire nella startup è semplice: si può fare tutto direttamente online su Mamacrowd.com che rappresenta il punto di riferimento italiano nel crowdfunding nonché la prima piattaforma italiana per capitale raccolto. I tagli partono da un minimo di 500€ e per avere quote di serie A è previsto un investimento di almeno 10.000€ beneficiando inoltre di una detrazione del 30% dall’IRPEF per investimenti di persone fisiche e deduzione IRES del 30% per investimento di persone giuridiche.
EatTiamo punta a fare il prossimo round di finanziamento in USA entro il 2020 con una valutazione pre-money prevista di 5 milioni di euro, più del doppio rispetto alla valutazione attuale.
Nel frattempo, il prossimo appuntamento a cui si presenterà la giovane startup sarà il Summer Fancy Food 2019 di New York, dove parteciperà in uno stand collettivo organizzato da Ibs Trading Inc esponendo i prodotti dei piccoli artigiani italiani che in esclusiva importa negli USA.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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