Un viaggio o un’esperienza all’estero, che può essere di studio, lavoro o volontariato, rappresenta di sicuro un valore aggiunto da inserire nel curriculum, che i recruiters valutano molto positivamente.
Ma soprattutto, un’esperienza all’estero dà una marcia in più nella vita. Perché? I motivi principali sono almeno tre: imparare ad adattarsi a culture diverse dalla nostra, imparare a valutare cosa serve per sopravvivere e imparare ad uscire dalla propria zona di comfort.
Affrontare un’esperienza all’estero permette di lavorare molto sulla dimensione intrapersonale (gestione delle emozioni di fronte a situazioni nuove, fiducia in sé stessi, resistenza alle avversità, ecc). Ma anche la dimensione interpersonale non sarà più la stessa, visto che ci si abitua a confrontarsi con prospettive nuove, diventa più facile stabilire relazioni, esprimere idee, negoziare e lavorare in team.
Infine si rafforzano anche competenze che risultano importanti in ambito più strettamente professionale, come la capacità di analisi, lo spirito di iniziativa, la pianificazione e la capacità di prendere decisioni.
In futuro, non dimentichiamolo, lavoreremo sempre più in contesti internazionali dove nazionalità e culture diverse dovranno per forza integrarsi, capirsi e collaborare. E avere a bordo manager con queste capacità sarà sempre più fondamentale.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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