A surriscaldare ulteriormente il clima di queste afose giornate estive ci pensano le polemiche sorte attorno al CETA, l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada entrato provvisoriamente in vigore il 21 settembre 2017 ma ancora in attesa di ratifica da parte dei membri UE.
L’intenzione del nuovo esecutivo di bloccarne la ratifica ha fatto insorgere opposizione e imprese, preoccupate da un veto che rischia di affossare un canale di scambio giudicato favorevole all’Italia. “Sarebbe un grave errore non ratificarlo” ha fatto notare Vincenzo Boccia, il presidente di Confindustria, mettendo in evidenza, tra l’altro, come fino ad oggi la stragrande maggioranza dei settori manifatturieri abbia tratto giovamento dall’accordo, e manifestando quindi un deciso sostegno alla sua ratifica.
Sulla stessa linea anche Confindustria Ceramica, il cui presidente Giovanni Savorani ha dichiarato: “Il CETA è un accordo commerciale importante, che va mantenuto ed approvato dai Parlamenti dei Paesi UE, perché in grado di sviluppare ulteriormente il commercio tra le aziende italiane ed il Canada”, proseguendo “L’industria delle piastrelle di ceramica, che esporta l’85% del fatturato, è da sempre a favore di accordi che possano aprire i mercati, una condizione necessaria per aumentare il livello di attività economica della nostra industria e della sua capacità di occupazione”.
Il dazio zero introdotto con l’entrata in vigore provvisoria dell’accordo ha infatti messo i prodotti UE sullo stesso piano dei prodotti NAFTA ed in posizione di vantaggio rispetto ai prodotti di altri Paesi, come Cina o Brasile. Qualora anche uno solo dei Paesi membri non approvasse l’accordo, questo sarebbe destinato a decadere con l’effetto di ripristinare i dazi, che per le piastrelle erano dell’8%.
La nostra industria ceramica è un’eccellenza del Made in Italy e leader mondiale dell’export e per tale ragione, secondo l’associazione di categoria, gli accordi commerciali come il CETA sono fondamentali per assicurare l’export dei nostri prodotti nei Paesi extra UE in quanto rappresentano l’unico modo per favorire gli scambi commerciali, dare maggiore competitività ai nostri prodotti e rimuovere, oltre ai dazi, anche eventuali barriere o ostacoli alla circolazione delle merci.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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