Materie prime eccellenti, sapienza ed esperienza fuori dal comune riguardo alla lavorazione, l’interior design nel mondo parla ancora italiano.
Un business fatto di migliaia di piccole imprese, spesso raccolte in importanti distretti, che negli ultimi tre anni hanno fatto da traino alla ripresa (dopo un decennio di profonda crisi), portando la firma del Made in Italy in giro per il pianeta. Si va dal costruttore di pannelli, ai «mobilieri», fino a designer d’ultimo grido: nessuno è escluso in un mondo fortemente integrato che unisce impresa e ricerca stilistica.
I numeri parlano chiaro: secondo i risultati consuntivi elaborati dal Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, la produzione delle imprese di arredamento e illuminazione ha raggiunto nel 2017 i 26,9 miliardi (+2,1%), continuando la ripresa avviata nel 2015 e consolidatasi nel 2016.
La crescita della produzione è stata stimolata dall’aumento dei consumi interni e da una maggiore capacità di spesa dei consumatori che si è rivolta anche ai beni durevoli come i mobili: 16,9 miliardi (+1,6%).
Nonostante la concorrenza delle imprese tedesche sul fronte della tecnologia, di quelle cinesi su quello del prezzo, e di quelle coreane e giapponesi sul fronte estetico, l’arredo design italiano ha fatto passi da gigante anche alla voce esportazioni: 14,3 miliardi per una crescita di oltre 3 punti percentuali. Nello specifico, il design di lusso è andato soprattutto oltre confine per 2,9 miliardi (il 70% circa del totale).
Un biglietto da visita forte dell’Italia nel mondo che sta creando ricadute sull’economia: se l’Italia del design fa gola a chi ha potere d’acquisto, questo si riverserà a cascata sul turismo, l’arte e il Made in Italy nel suo complesso.
Fonte: a cura della redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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