Quello della mano robotica Hannes è un progetto nato dalla collaborazione tra l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e sviluppato da Rehab Technologies, che ha l’obiettivo di creare una protesi in grado di riprodurre i movimenti nel modo più naturale possibile, senza la necessità di intervenire chiururgicamente. 

Il nome è un omaggio al professor Hannes Schmidl, già direttore tecnico del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, a cui si deve l’avvio dell’attività di ricerca sulle protesi nel 1965.

Hannes dovrebbe arrivare sul mercato nel 2019 a un prezzo del 30 per cento più basso rispetto alle protesi di alto livello attualmente in circolazione. Il progetto è stato presentato lo scorso 10 maggio a Roma dove era presente anche Marco Zambelli, il primo ad avere provato la protesi.

Grazie alla tecnologia Dynamic Adaptive Grasp (Dag) essa può riprodurre il 90% circa delle funzionalità di una mano naturale. Può afferrare oggetti anche di piccole dimensioni tra il pollice e l’indice (pinch grasp), ottenere una presa fino a 15 kg (power grasp) e prendere accessori sottili (lateral grip). Il polso si piega in 5 posizioni, garantendo la roteazione completa. Hannes utilizza un solo motore e la batteria può durare fino a un giorno intero.

La mano robotica ha un sistema di controllo mioelettrico che gli consente di utilizzare gli impulsi elettrici della contrazione dei muscoli dell’arto naturale, che dei sensori rilevano ed elaborano grazie all’intelligenza artificiale. Inoltre, la mano è personalizzata attraverso un software che, grazie alla tecnologia bluetooth, consente di stabilire dei parametri a seconda delle necessità del paziente, al quale basterà pensare a un movimento per attivare la protesi.

“E’ una mano che combina una serie di aspetti fondamentali e innovativi”, spiega Lorenzo De Michieli, coordinatore del Rehab Technologies, laboratorio congiunto nato nel dicembre 2013 dalla collaborazione tra l’Inail e Iit. “E’ efficace: ha una presa che somiglia a quella di una mano umana con le dita che avvolgono l’oggetto distribuendo automaticamente la forza. E ha anche una presa dinamica, nel senso che le dita agiscono per mantenere una presa stabile anche se l’oggetto si muove. Pensiamo ad esempio al contraccolpo sul manico di un martello dopo aver piantato un chiodo. Insomma: non c’è nulla sul mercato che ha queste capacità”.

Fonte: a cura della redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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