Buone notizie per le imprese che vogliono esportare negli Stati Uniti: la Food & Drug Administration (FDA), l’agenzia USA per gli alimenti e i medicinali, ha prorogato i termini per l’adeguamento delle imprese alle nuove modalità di etichettatura.
Il termine ultimo per l’adeguamento, fissato precedentemente per il 26 luglio 2018, è stato prorogato al 1° gennaio 2020 per i produttori che registrano almeno 10 milioni di dollari in vendite alimentari annuali; i produttori con meno di 10 milioni di dollari di vendite annuali, invece, avranno tempo per conformarsi fino al 1° gennaio 2021.
La decisione di prorogare i termini è legata alle preoccupazioni manifestate dall’industria alimentare e dai consumatori.
La violazione di queste norme può causare problemi all’importazione dei prodotti alimentari: dal rischio di essere inseriti nella black list al divieto d’importazione, all’imposizione di un dazio aggiuntivo del 10% sul valore del prodotto.
Le modifiche riguardano soprattutto i Nutrition Facts e Supplement Facts, come l’indicazione degli zuccheri aggiunti (dose giornaliera di 55 grammi), la quantità di vitamina D e di potassio (assunti in quantità non sufficiente dalla media degli americani), mentre non sarà più obbligatorio indicare le quantità di vitamine A e C che potranno comunque essere indicate su base volontaria da ogni azienda. Le calorie dovranno essere indicate solo con un numero e con maggiore evidenza, e per gli altri ingredienti sulla confezione compare anche la percentuale relativa alla porzione da assumere giornalmente, utilizzando come riferimento una dieta di 2.000 calorie (per approfondire clicca qui).
Tali modifiche rientrano nell’ambito di un più profondo cambiamento in atto negli Stati Uniti in materia di sicurezza alimentare segnato dall’entrata in vigore del “Food Safety Modernization Act” (FSMA) emanato dalla FDA. Questo regolamento, che rappresenta la riforma più ampia della normativa americana sulla sicurezza alimentare negli ultimi 70 anni, si focalizza sulla prevenzione dei rischi e presuppone che gli operatori del settore alimentare facciano uso di pratiche sicure in tutto il processo, dalla produzione alla distribuzione.
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Fonte: a cura di Exportiamo, di Maria Chiara Migliaro, redazione@exportiamo.it
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