Il 20 marzo 2018 si celebrerà il 1397° Now Ruz, ovvero il capodanno persiano che ricorre in concomitanza dell’equinozio di primavera.

È una festa antichissima, legata alla religione zoroastriana, collegata all’idea di rinascita della natura: nella lingua farsi Now Ruz vuol dire infatti “nuovo giorno”, ad indicare un nuovo inizio, una nuova vita. Si respira un’atmosfera allegra e conviviale, si banchetta e ci si scambiano doni, si balla e si canta in compagnia, si visitano parenti e amici. Il Now Ruz è inoltre pervaso da un ricco simbolismo.

La “tavola dei sette simboli”:

Il giorno del Now Ruz rappresenta per le famiglie un’occasione per riunirsi intorno alla tavola imbandita, che viene preparata secondo la regola dell’Haft-Sin: bisogna apparecchiare la tavola (sofreh) con 7 piatti che cominciano tutti con la lettera S, che in farsi si pronuncia Sin.

È un rituale molto bello e dalla forte connotazione simbolica poiché ogni alimento rappresenta una specifica caratteristica che ci si augura possa accompagnare il nuovo anno:

Sabzeh, un dolce di germogli di grano o lenticchie che rappresenta la rinascita;
Samanu, un budino di germogli di grano e mandorle cotte, che simboleggia la trasformazione;
Sib, una mela rossa, simbolo della salute;
Senjed, frutto secco dell’albero di loto, simbolo dell’amore;
Sir, l’aglio, simbolo della medicina;
Somaq, una polvere di bacche usata per condire la carne, che rappresenta l’aurora;
Serkeh, l’aceto, simbolo della pazienza.

Sulla tovaglia, inoltre, si dispongono altri elementi, anch’essi dall’importante significato simbolico, come un cesto contenente uova dipinte, auspicio di fertilità; una candela, che simboleggia la luce e il bene; una boccia di vetro contenente un pesciolino rosso, che rappresenta la vita; alcune monete (Sekkeh), simbolo di prosperità e ricchezza; una bottiglia di acqua di rose dai poteri magici, e uno specchio in cui ognuno, guardandosi, è chiamato ad interrogarsi sulla propria coscienza. Rilievo viene dato anche ai dolci, sinonimo della volontà di cancellare ogni amarezza dall’anno appena iniziato.

Haji Pirooz

Il Noruz ha anche una maschera tradizionale, “Haji Pirooz”, il dio sumero del sacrificio che viene ucciso alla fine del vecchio anno per rinascere all’inizio del nuovo. Haji Pirooz veste un costume rosso (simile a quello di Babbo Natale) e ha la faccia truccata di nero. Per le strade di Teheran è possibile incontrare persone vestite da Haji Pirooz che ballano e suonano tamburi e trombette per augurare un nuovo anno felice.

Sapete come…

si dice Buon Capodanno in farsi? نوروز مبارک - Now Ruz Mobarak!!!

Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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