Si pensi alla fine di una giornata di lavoro, tornare a casa e regolare le luci in modalità relax, impostare la musica di sottofondo, accendere la tv sul proprio programma preferito, trovare la cena in caldo nel forno. Si pensi a poter avviare tutto con il solo uso della propria voce.

Piccoli cilindri di colore bianco o nero e alti non più di 18 centimetri si sono già fatti spazio tra gli angoli di 35 milioni di case americane e stime di Juniper Research dicono che saranno il doppio in quattro anni. Oltre il 55% delle famiglie acquisirà nuovi membri in famiglia e stavolta non sarà necessario aggiungere un posto a tavola.

Il maggiordomo digitale di Amazon, Echo, che si presenta in quattro diversi formati e ha un assistente vocale brillante in grado di rispondere a migliaia di funzioni – Alexa - , ha tre anni di vantaggio sui suoi diretti competitor e controlla il 60% del mercato. Ma non basta, il gruppo ha dichiarato di voler espandersi in altri 80 paesi. Avere l’aiutante Echo in casa costa 109 euro.

Home è il sistema intelligente di Google ed è approdato sul mercato d’oltremanica, quello tedesco e quello francese da circa due anni a 149 euro (59 la versione mini). In Italia arriverà nei prossimi mesi, e anche se da novembre il robottino vocale parla italiano, al momento è disponibile solo su Android.

La fetta rimanente di mercato è coperta da Apple, HomePod, basato sulle funzionalità di Siri, è sbarcato negli Stati Uniti e nel Regno Unito solo lo scorso febbraio. Secondo Bloomberg, il colosso americano ha l’obiettivo di venderne 4 milioni entro quest’anno. La compagnia del nuovo arrivato in casa Apple è ben più cara, 349 dollari.

Nella smart house sarà fondamentale che tutti i dispositivi siano interconnessi: “L’assistente vocale diventa il punto d’accesso – dice Antonio Capone, docente di Telecomunicazioni e responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano – quando gli parliamo le parole vengono trasformate in testo e diventano comandi. Perciò avere lo stesso assistente sui dispositivi di intrattenimento o gli elettrodomestici è un vantaggio”.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Claudia Cavaliere, redazione@exportiamo.it

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