È tutto made in Italy il modello del biogas/biometano agricolo prodotto con il metodo”Biogasfattobene” (elaborato dal CIB – Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione), una best practice a livello europeo e globale che è esportabile, sostenibile dal punto di vista ambientale oltre che driver economico che produce occupazione.
La filiera del biogas rappresenta un’opportunità per produrre energia rinnovabile, in modo sostenibile e a totale integrazione territoriale, nobilitando al ruolo di “risorsa” i sottoprodotti dell’attività zootecnica e agroindustriale. Il biometano è infatti il risultato di un processo di upgrading del biogas che a sua volta si ottiene dalla digestione anaerobica di biomasse agro-industriali, quali sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici, colture di integrazione, oltre che dalla frazione organica dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata.
Un impianto biogas, se connesso sia con la rete gas sia con la rete elettrica, diventa una piccola bioraffineria, flessibile e decentralizzata in grado di produrre, dove e quando è più conveniente e a seconda delle necessità, biometano, elettricità, calore, fertilizzanti organici. Il greening della rete gas fa diventare la rete stessa un’infrastruttura che raccoglie energia rinnovabile dal territorio, la concentra, la accumula e la trasporta a costi competitivi.
L’ eccellenza del modello italiano è stata riconosciuta da un gruppo di ricerca internazionale che ha decretato la possibilità e l’opportunità di ‘esportare’ il modello italiano del Biogasfattobene ad altre latitudini, per rispondere già oggi alle necessità di riduzione delle emissioni, di produzione energetica rinnovabile e di valorizzazione economica delle aziende agricole.
Secondo le stime del gruppo di lavoro, l’Argentina potrebbe sostituire completamente le importazioni di gas naturale con biogas prodotto con il metodo Biogasfattobene; negli Usa le potenzialità del Biogasfattobene potrebbero superare del 20% quelle del gas di origine fossile.