In Italia trovare un appartamento (o una stanza) in affitto è sempre più difficile. Un numero crescente di famiglie, lavoratori e studenti infatti lamentano grosse difficoltà e prezzi elevati anche per immobili vecchi, in cattivo stato o situati in zone distanti dal centro.
Come è possibile però che si sia venuta a creare questa situazione?
In primo luogo c’è una tendenza che evidenzia un restringimento dell’offerta di appartamenti disponibili per affitti di medio-lungo termine a fronte di un’ampliamento di quella a breve termine. In parole povere sempre più proprietari preferiscono affittare il proprio immobile a uso turistico, soprattutto nei grandi centri urbani o nelle località di mare e montagna.
Questa scelta può essere spiegata con due motivazioni principali:
- affittare a fini turistici rende più semplice evadere le tasse;
- le leggi sull’affitto italiane tutelano molto di più l’affittuario del locatore tanto che esistono numerosissime situazioni in cui nonostante l’affitto non venga pagato per mesi è molto complicato procedere allo sgombero dell’appartamento, soprattutto se ci nella casa vivono donne incinta o minori.
I prezzi d’affitto per uno studente o un lavoratore fuori sede sono molto alti come dimostrato dall’Ufficio Studi di Immobiliare.it che certifica come nelle 14 città più popolate da fuori sede, i prezzi risultano in aumento per il terzo anno consecutivo.
Per una camera singola, in Italia, si spendono mediamente 416 euro al mese, il 4% in più rispetto al 2016 e il 9% in più in confronto a tre anni fa.
Milano è la città più cara: 528 euro mensili per una stanza singola (nelle zone più chic i prezzi oltrepassano addirittura i 600 euro) e 388 euro per un posto letto in doppia.
A Roma invece servono mediamente 439 euro per una singola mentre a Firenze (città che negli ultimi 4-5 anni ha fatto registrare un aumento dei prezzi vertiginoso) ci vogliono 401 euro per una singola e 284 euro un posto in doppia.
L’altro lato della medaglia di questo fenomeno determina chiaramente un forte incremento nella crescita dei B&B (+12%) e si sta diffondendo a macchia d’olio la tendenza di acquistare immobili proprio per trasformarli in bed & breakfast ed affittarli ai turisti.
Realtà come Firenze e Roma avevano già anticipato questa tendenza, ma adesso il fenomeno si è allargato anche ad altre città come Napoli, Verona e Palermo.
Non a caso nella legge di bilancio è contenuta la famosa proroga della cedolare secca al 10% per i contratti a canone concordato, al fine di favorire la scelta dei locatori di affittare le stanze per periodi più lunghi. La stessa misura pare però non verrà estesa, come sembrava in un primo momento, anche per gli affitti ad uso commerciale.
In conclusione è bene riflettere su un’altra conseguenza di questa situazione: a cambiare, negli ultimi anni, è il volto dei centri storici delle città d’arte italiane che si stanno lentamente svuotando di residenti per lasciare il posto, appunto, ai turisti.