Cosa serve (veramente) per diventare un manager di successo?

Cosa serve (veramente) per diventare un manager di successo?

07 Settembre 2017 Categoria: Management & Servizi

Diventare un top manager è un sogno di molti ma sono solo in pochissimi a farcela anche perché, nell’immaginario collettivo, ricoprire un ruolo di rilievo all’interno di un’azienda è il risultato non solo di un percorso di studi brillante presso atenei prestigiosi ed esosi ma anche un’opportunità riservata esclusivamente a chi possiede una serie di soft skills molto importanti e che difficilmente si possono apprendere come eleganza, carisma ed empatia.

Secondo uno studio condotto dalla Harvard Business Review però le cose non stanno esattamente così: un team di 14 professionisti ha infatti analizzato i profili di 17mila top manager, inclusi duemila amministratori delegati, facendo una serie di sorprendenti scoperte.

Solo il 7% degli amministratori delegati presi in esame, per esempio, possiede una laurea triennale di un ateneo della prestigiosa “Ivy League” statunitense (Harvard, Stanford o Yale) ed addirittura l’8% dei ceo non è in posseso di alcun titolo di laurea.

Inoltre quasi tutti i top manager hanno commesso errori in passato ed il 45% di loro ha compiuto delle scelte che si sono rivelate molto onerose per le loro imprese.

Ma quali sono le qualità fondamentali per diventare un manager di successo?

Decisionismo: essere rapidi e determinati quando si prende una decisione anche perché, in più di un caso, prendere la decisione sbagliata potrebbe essere meglio che non decidere affatto, “intasando” le dinamiche aziendali. In effetti secondo lo studio solo un terzo dei ceo intervistati è stato licenziato per aver fatto una scelta errata mentre gli altri due terzi hanno perso il posto per non essere stati troppo indecisi.

Capacità di mediazione: per creare consenso attorno a sè un buon manager deve essere in grado di gestire i conflitti interni, cercando sempre di non prendere posizioni nette al fine di evitare spaccature e divisioni.

Atteggiamento proattivo: gli errori non devono essere visti come uno spauracchio da evitare ma come una possibilità di imparare dai propri errori.

Trasmettere affidabilità: riuscire a diffondere un senso di sicurezza è una variabile fondamentale per riuscire a costruire un team forte, coeso e motivato che è alla base di un’azienda solida ed efficiente.

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