Nuovo formato da 25 centilitri più piccolo e molto pratico: questa è la mossa strategica di Sant’Anna per acquisire competitività nei confronti degli altri player che si spartiscono il mercato dell’acqua minerale in Italia e nel mondo.
Negli ultimi anni la parola chiave nella strategia aziendale è stata investimento: la società sta infatti spendendo tanto per innovare, anticipare le tendenze ed incontrare le esigenze del consumatore ed è proprio grazie a questi ingenti investimenti che il gruppo, fondato nel 1996 da Alberto Bertone, è riuscito a scalare in questi anni il mercato e posizionarsi tra i leader nazionali del Paese.
“Solo l’anno scorso abbiamo speso 50 milioni di euro per comprare cinque nuovissime linee di imbottigliamento“, spiega Bertone. Oggi Acqua Sant’Anna ha aumentato la capacità produttiva e può immettere nel mercato circa 3 miliardi di bottiglie all’anno. Una mossa necessaria per vincere la sua scommessa: restare sulla cresta dell’onda nel panorama nazionale ed espandersi in nuovi mercati.
Acqua Sant’Anna è praticamente sempre presente ad ogni fiera internazionale, è approdata in Cina e si sta interessando agli Stati Uniti. “Ma soprattutto vorremmo rafforzarci in Francia, in Germania e nel Nord Europa”, racconta il patron dell’impresa piemontese.
E non si parla solo di acqua, ma anche di tè freddi in bottiglia e di tisane imprigionate nei bicchierini e della linea Karma, dove l’acqua di Vinadio assume i gusti dell’arancia mischiata al pomodoro e al basilico, dello zenzero e del limone.
Il fatturato di Sant’Anna nel 2016 è arrivato a 280 milioni di euro, quasi il triplo rispetto a qualche anno fa. “La nostra parola d’ordine è diversificazione“, spiega Bertone.
In definitiva il gruppo sta confermando anno dopo di anno di saper lavorare sui trend di mercato anticipando le mosse dei competitor, sia in Italia che nei mercati esteri, adattando la propria offerta sulla base dei gusti e delle preferenze dei diversi mercati.