C’è chi la aspetta con ansia per uscire dall’ufficio e prendere una boccata d’aria (magari in compagnia di uno o più colleghi) e c’è invece chi preferisce trascorrerla in solitudine davanti al PC navigando o addirittura continuando a lavorare.
Stiamo parlando della pausa pranzo, un momento che dovrebbe essere utile per ricaricarsi e staccare, almeno per un po’ - solitamente fra i 45 ed i 60 minuti - dagli impegni quotidiani.
Spesso però questo momento non viene vissuto bene dai lavoratori che preferiscono mangiare cibi preconfezionati o consumare gli avanzi anche per una questione puramente economica (a Milano un menu comprensivo di primo o secondo, acqua e caffè costa non meno di 13 euro).
Da queste riflessioni nasce SOLunch, un progetto che mette in contatto i cittadini che sono a casa e desiderano preparare un pasto ed i lavoratori che non hanno voglia di mangiare in ufficio o in un bar.
Come si può immaginare l’app è molto semplice da utilizzare: lo “chef” inserisce sulla piattaforma il proprio “menu del giorno” corredato da orario e numero massimo di ospiti che possono essere serviti oltre, naturalmente, al rimborso spese richiesto. Inoltre, a fine pasto, clienti e proprietari hanno la possibilità di inserire la propria recensione.
L’idea è supportata da alcuni dati diffusi dall’Istat secondo cui ci sono 12 milioni di persone che tutti i giorni pranzano fuori casa e 17 milioni che, invece, ogni giorno restano entro le mura domestiche e cucinano per sé e la propria famiglia.
L’obiettivo per il futuro è innanzitutto sviluppare un’apposita app e, nel 2018, varcare i confini del Belpaese proiettandosi quindi su nuovi mercati.