Il prosecco è uno dei prodotti Made in Italy che sta riscuotendo maggiore successo sui mercati internazionali: basti pensare che la crescita nelle vendite di vino italiano all’estero nel 2016 (+4,3%) sono dovute al boom del vino veneto.

In effetti, lo scorso anno, considerando esclusivamente l’export di vini fermi del Belpaese si nota una flessione delle vendite all’estero e dunque la rilevanza del prosecco per l’andamento di uno dei comparti più importanti della Penisola rimane molto elevata.

Proprio per questa ragione è certamente importante difenderlo dalle imitazioni e continuare a promuoverne le peculiarità in giro per il mondo ricordando sempre che esso rappresenta una denominazione protetta.

Chi sta cercando di sfruttare la popolarità del brand prosecco è la Moldavia ed in particolare la Bulgari Winery che, attraverso l’utilizzo di un’etichetta ingannevole “Prosecco Pronto”, sta implementando una deliberata azione di Italian Sounding a tal punto che è intervenuta anche la Commissione europea che ha intimato alle autorità moldave di “prendere le misure necessarie a garantire una tutela completa del prosecco”.

L’usurpazione del brand è dunque fin troppo evidente e sarebbe ora che le istituzioni europee prendano misure nette per risolvere la questione il prima possibile come ha anche assicurato il primo ministro moldavo, Pavel Filip, secondo cui “sarà presto trovata una soluzione positiva al problema”.

L’unica cosa certa è che ogni giorno che passa aumenta il danno all’immagine del nostro amato prosecco che ahinoi è sempre più sotto attacco perché dal 1° dicembre 2014 a fine 2016 sono stati segnalati 530 siti web, ditte ed inserzioni pubblicitarie irregolari che riguardavano la vendita di vini prosecco fake da Germania, Regno Unito, Polonia, Olanda, Austria, Irlanda, Svizzera, Croazia, Danimarca, Romania e Spagna.