Civita Castellana è storicamente uno dei distretti tradizionali italiani più importanti ed è specializzato principalmente nella produzione di articoli igenico-sanitari, stoviglie, piastrelle e pezzi speciali per piscine.

Come emerso dal rapporto della direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo, la strada della specializzazione, che ormai da decenni caratterizza l’intero circuito di imprese, ha prodotto ottimi risultati.

Nel quarto trimestre del 2016, infatti, il trend di crescita dell’export è proseguito registrando un picco del 12,6% e generando un giro d’affari di 98,6 milioni di euro.

Significativo in particolar modo è il balzo in avanti della Svizzera, che ha registrato un notevole incremento passando dai 5,2 milioni a 9,9 milioni di indotto complessivo nel 2016. Si segnalano in aumento anche le vendite verso Stati Uniti, Austria e Germania.

Il settore ha definitivamente imboccato la via del rilancio ma secondo Augusto Ciarrocchi, Presidente della Sezione Ceramica di Unindustria e patron di Ceramica Flaminia, una delle aziende più grandi dell’area, la strada è ancora lunga: “Abbiamo sentito la crisi, ma da circa un anno e mezzo c’è un miglioramento significativo…per restare sul mercato con successo abbiamo investito molto in tecnologia e qualità e quando parlo di qualità mi riferisco alla scelta di puntare sul design, su un modello di ceramica più architettonica che ci consente di vincere il confronto con produttori esteri più economici per via del costo del lavoro e soprattutto dell’energia più basso”.

Ora la nuova frontiera per Civita Castellana è il Medio Oriente, conquistato con lavorazioni proprie e materiali di pregio: “L’esportazione è cresciuta approdando anche in mercati nuovi come gli Emirati, dove la ceramica di Civita Castellana è richiesta per arredare le grandi catene alberghiere di lusso e le residenze esclusive”.