Non siamo sicuramente il Paese più all’avanguardia dal punto di vista della tecnologia applicata agli acquisti ma il mercato dell’e-commerce italiano continua a crescere a tal punto che si stima, per l’anno in corso, un incremento del 20% rispetto al 2016.
Le prospettive di crescita diffuse da Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, sono dunque amplissime nonostante il calo delle vendite al dettaglio (-0,5%) registrato dall’Istat a dicembre ed il dato certamente non esaltante con cui si è concluso il 2016 (+0,1%).
Il buon andamento del settore dovrebbe derivare sia dalla (modesta) crescita del PIL sia dalla maggior propensione delle famiglie italiane a fare shopping online: sono infatti in aumento sia il numero degli acquirenti che la frequenza e lo scontrino medio.
Fra i settori che dovrebbero andar meglio nel 2017 (con incrementi intorno al 30%) troviamo arredamento, abbigliamento, calzature, accessori per la persona e agroalimentare.
Meno performanti saranno il comparto delle assicurazioni e del turismo (che rallenteranno la loro crescita) mentre ancora molto bene andranno hi-tech ed elettronica di consumo.
Le PMI italiane sembrano quindi avere più di un motivo per puntare sull’e-commerce ed in particolare esse devono rivolgersi a quei 16 milioni di acquirenti classificabili come clienti abituali delle vetrine online (hanno completato almeno tre acquisti negli ultimi tre mesi spendendo in media circa cento euro): una fascia di consumatori che genera il 94% delle vendite B2C.
Sempre maggior attenzione va infine riservata allo sviluppo di applicazioni e siti web in grado di far completare un acquisto online tramite smartphone perché già oggi un acquisto su sei è realizzato con questo dispositivo.