Quando si parla di turismo in Italia è naturale pensare ad un’enorme occasione sprecata perché i dati sui flussi in entrata nel Belpaese sono impietosi: vantare il più alto numero di luoghi inclusi nella lista Unesco non è infatti sufficiente a rendere l’Italia realmente competitiva ed attrattiva a livello internazionale.
Nel 2015, in Italia, il turn over generato dal comparto è stato di poco inferiore ai 40 miliardi di euro, appena sopra quanto incassato dalla Germania, che con tutto il rispetto, ha molto meno da offrire ai viaggiatori di tutto il mondo rispetto al Belpaese.
Se si allarga l’orizzonte le notizie non sono tuttavia migliori perché in Europa anche Francia, Spagna e Regno Unito hanno fatto meglio mentre, a livello globale, siamo stati superati persino da Thailandia e Cina.
In questo senso è interessante leggere il report elaborato da Mastercard sulle città più turistiche del mondo. Roma è appena 16esima superata da città come Taipei, Singapore, Kuala Lumpur, Seul, Amsterdam ed Hong Kong.
A pesare nella scelta dei turisti, oltre che un marketing sicuramente da rivedere, è anche e soprattutto la scarsa dotazione di servizi ed infrastrutture che le principali città italiane offrono agli “ospiti” internazionali.
In vetta alla classifica delle città più visitate al mondo troviamo Bangkok (21,5 milioni di visitatori nel 2016), seguita da Londra (19,9 milioni) e Parigi (18 milioni). La prima città italiana è Milano (7,6 milioni grazie anche al traino dell’Expo 2015) seguita dalla capitale, Roma (7,1 milioni), che appare sempre più disorganizzata ed in difficoltà a valorizzare l’immenso patrimonio culturale e storico di cui dispone.