Che il 99,9% delle imprese italiane rientrino nella categorie delle PMI non è certo un segreto anche perché è questa specifica peculiarità a caratterizzare il nostro sistema produttivo rappresentandone allo stesso tempo croce e delizia.
In molti casi le PMI Made in Italy sono realtà familiari ma il fattore che le distingue dalle PMI europee è che molto più di quanto accade nel resto anche il management è selezionato all’interno della cerchia familiare (66,3%) una percentuale molto più elevata rispetto a Regno Unito (10,40%), Francia (25,8%), Germania (28%) e Spagna (35,50%).
Ciò può portare le aziende italiane ad avere una minore capacità innovativa e conseguentemente una produttività più scarsa. Tale tesi trova riscontro in due studi: “Diagnosis the italian disease” ed in una pubblicazione dalla Banca d’Italia in cui si sostiene che con una maggiore meritocrazia seguirebbero migliori performance aziendali.
Di seguito alcuni consigli utili per favorire una managerializzazione delle nostre PMI:
- incentivare il trasferimento dell’azienda ai suoi dirigenti mediante operazioni di management buy-out;
- promuovere una maggiore trasparenza nei processi di selezione del personale;
- introdurre le cosiddette “quote rosa” anche nel management dal momento che vari studi sostengono che una maggiore presenza di donne nelle dirigenze imprenditoriali porta a risultati aziendali migliori;
- introdurre requisiti più stringenti in merito alle qualifiche necessarie per selezionare i componenti dei CDA;
- prevedere (come accade in Germania) la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori all’interno nei CDA per assicurare che le aziende siano amministrate nell’interesse di tutta l’azienda e non solo nell’interesse della famiglia del proprietario.