Da una recente indagine condotta da Assolatte - Associazione Italiana Lattiero Casearia - le barriere tarrifarie e in special modo quelle non tarifarrie quali le norme igienico-sanitarie impediscono in misura rilevante l’export delle aziende casearie italiane. Ed anche a causa di queste restrizioni, ad esempio, la produzione casearia statunitense continua a crescere tanto da vantare un aumento del 688% tra il 2000 e il 2014.

Tuttavia in Italia le nostre aziende continuano decise a puntare sui mercati internazionali e un esempio di best practice ci viene offerta da una delle punte di diamante del settore, la Granarolo. Dopo l’inaugurazione di una propria filiale a Shangai l’obiettivo è la Nuova Zelanda, dove recentemente ha acquisito il 25% di European Food, un distributore di prodotti made in Italy neozelandese con sede ad Auckland, con l’opzione di salire al 51% entro 12-18 mesi.

La Nuova Zelanda è la terra promessa per molti prodotti Made in Italy e il mercato dei formaggi italiani vale oltre 5 milioni di euro e in Oceania 33 milioni, di cui oltre il 50% costituito da parmigiano reggiano e grana padano

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