Le esportazioni di materiali riciclabili rappresentano una prova concreta dell’impegno dell’Unione Europea verso un futuro più sostenibile, ma è necessario affrontare alcune sfide per consolidare questo trend.
L’Unione Europea sta mostrando un impegno crescente verso l’economia circolare, dimostrando che è possibile coniugare crescita economica e tutela ambientale. Gli ultimi dati dati Eurostat affermano infatti che nel 2023 i 27 Stati membri hanno fatto registrare nel complesso un “marcato aumento” (così lo definisce l’Ufficio Statistico dell’UE) delle esportazioni di materiali riciclabili. Un fatto che testimonia le potenzialità dell’industria europea del riciclo, di cui il comparto italiano è a sua volta una delle eccellenze riconosciute. Grazie a investimenti mirati e a una crescente consapevolezza dei cittadini, il nostro Paese è riuscito a posizionarsi ai vertici europei per quanto riguarda la raccolta differenziata e il riciclo. Questo successo è il frutto di anni di impegno e di una cultura della sostenibilità che si sta radicando sempre più profondamente nella società.
Scendendo nel particolare, nel 2023 l’UE ha esportato 8,5 milioni di tonnellate di prodotti riciclabili (carta, plastica e vetro) verso paesi extra UE, con un aumento del 34% rispetto al 2022 (6,4 milioni di tonnellate), mentre le importazioni sono diminuite del 19% a 3,2 milioni di tonnellate, in calo rispetto alle 4 milioni di tonnellate nel 2022. Rispetto al 2013, queste esportazioni sono diminuite del 5%, passando da 9,0 a 8,5 milioni di tonnellate (per lo più a causa di un calo del 44% delle esportazioni di plastica tra il 2013 e il 2023), mentre le importazioni sono rimaste stabili a 3,2 milioni di tonnellate.
È stata la carta il prodotto riciclabile più esportato, pari all’81,6% delle esportazioni (7,0 milioni di tonnellate), seguita dalla plastica (15,6%; 1,3 milioni di tonnellate) e dal vetro (2,8%; 0,2 milioni di tonnellate). Nello stesso anno sono state importate 1,7 milioni di tonnellate di carta, pari a oltre la metà (51,2%) di tutti i prodotti riciclabili importati. La seconda più grande categoria di importazione è stata il vetro (25,4%, 0,8 milioni di tonnellate), seguito dalla plastica (23,4% e 0,7 milioni di tonnellate).
Le destinazioni e le forniture del riciclo UE
Nel 2023 l’India è stata la più grande destinazione delle esportazioni di carta riciclabili (32% delle esportazioni totali di carta extra-UE), seguita da Indonesia (17%) e Vietnam (13%).
Per quanto riguarda le esportazioni di plastica riciclabile il primo posto nelle destinazioni va alla Turchia (22% del totale delle esportazioni di plastica extra-UE), seguita dalla Malesia (21%) e dall’Indonesia (19%). Nel 2023 il vetro riciclabile è stato esportato prevalentemente nel Regno Unito (il 39% del totale dell’export extra-UE di vetro), Moldavia (10%) e Turchia (9%).
Il Regno Unito comunque fa la parte del leone per quel che riguarda le forniture di materiali riciclati: il 31% delle importazioni totali di carta, il 47% delle importazioni di plastica e il 36% delle importazioni di vetro. Il secondo più grande fornitore di carta riciclabile sono stati gli Stati Uniti (29% delle importazioni di carta extra-UE), seguiti dalla Svizzera (18%). Le importazioni di plastica riciclabile provengono anche in questo caso dagli Stati Uniti (8%), seguita dalla Norvegia (7%). Dietro al Regno Unito nelle importazioni di vetro ci sono ancora una volta gli Stati Uniti (29%), seguiti dalla Svizzera (12%).
Quali sono i fattori che hanno determinato questo boom delle esportazioni di materiali riciclabili?
Innanzitutto, gli ingenti investimenti effettuati dagli Stati membri per migliorare le infrastrutture e le tecnologie per il trattamento dei rifiuti. In secondo luogo, la crescente domanda globale di materiali riciclati, alimentata dalla consapevolezza ambientale e dalle politiche di molti Paesi volte a promuovere l’economia circolare. Infine, le normative europee che hanno incentivato il riciclo e la riduzione dei rifiuti hanno svolto un ruolo fondamentale.
Le importazioni di prodotti green sono superiori alle esportazioni
Se il riciclo fa registrare buone performance in Europa non può dirsi altrettanto per i prodotti green. I dati di Eurostat testimoniano che nel 2023 l’UE ha importato 19,7 miliardi di euro di pannelli solari, 3,9 miliardi di euro di biocarburanti liquidi e 0,3 miliardi di turbine eoliche da Paesi extra UE.
“Il valore dei pannelli solari importati – scrive Eurostat – è diminuito del 12% rispetto al 2022 a causa di un calo dei prezzi, mentre la quantità è aumentata del 5%. Le importazioni di biocarburanti liquidi hanno registrato un calo del valore del 22%, con un modesto calo del 2% in quantità. Le importazioni di turbine eoliche sono diminuite in modo significativo durante questo periodo, con una diminuzione del valore del 66% e una diminuzione del 68% della quantità. Allo stesso tempo, l’UE ha esportato 0,9 miliardi di euro di pannelli solari, 2,2 miliardi di euro di biocarburanti liquidi e 2,0 miliardi di euro in turbine eoliche. A differenza dei pannelli solari e dei biocarburanti liquidi, le esportazioni di turbine eoliche hanno superato in modo significativo i valori precedenti. La Cina è stata di gran lunga il più grande fornitore di pannelli solari, rappresentando il 98% di tutte le importazioni. Le turbine eoliche sono state importate principalmente dall’India (59%) e dalla Cina (29%). Per i biocarburanti liquidi, la Cina guida il gruppo degli Stati esportatori con il 36%, seguita dal Regno Unito con il 13% e dal Brasile con il 12%”.
Ma quali sono le sfide che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi anni?
Questa dipendenza solleva interrogativi sulla sicurezza energetica dell’Europa e sulla sostenibilità delle catene di approvvigionamento, ponendo ai Paesi dell’Unione diverse sfide da affrontare.
La prima è quella di ridurre la dipendenza dalle importazioni di prodotti green, promuovendo lo sviluppo di filiere produttive locali e sostenibili. In secondo luogo, è necessario intensificare gli sforzi per migliorare la qualità dei materiali riciclati e per ampliare le applicazioni industriali. Infine, è fondamentale coinvolgere sempre più cittadini e imprese in questa transizione verso un’economia circolare.
L’aumento delle esportazioni di materiali riciclabili è un segnale incoraggiante, ma è solo l’inizio di un lungo percorso. L’Europa ha l’opportunità di diventare un leader mondiale nell’economia circolare, ma per farlo dovrà affrontare con determinazione le sfide che la attendono.
Fonte: a cura di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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