Il primo semestre del 2024 ha evidenziato un progressivo rallentamento dell’export di vino italiano nei principali mercati extra-UE, con un’accelerazione dei cali nell’ultimo mese. I dati indicano una flessione della domanda, soprattutto per i vini fermi e frizzanti, mentre gli spumanti mostrano una crescita più contenuta.

I primi sei mesi dell’anno hanno visto un progressivo rallentamento dell’export di vino italiano nei 12 principali Paesi extra-europei. Rispetto ai primi cinque mesi del 2024, si legge dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly, il totale valore del semestre è infatti calato da +7% a +5 per cento, mentre a volume il dato è passato da +10% a +6 per cento. Considerando il solo mese di giugno, la flessione è stata del 10% a volume e del 7% valore. 

Nei sei mesi, i cali sono stati registrati da Svizzera (-5% a valore e -4% a volume), Norvegia (-15% e -15%), Cina (-10% e -4%) e Corea (-8% e -1 per cento).

Ma guardando al solo mese di giugno, oltre ai prevedibili cali in Russia (-25%) e Giappone (-10%) a causa del cospicuo anticipo degli ordini nel primo quadrimestre, si aggiungono le flessione significative di Regno Unito (-15%), Svizzera (-12%), Canada (-18%) e Cina (-12,5 per cento). Segnali di stanchezza arrivano anche dagli Usa (-4,8%, con +1% a valore), dove a giugno si è accentuata la forbice tra la domanda di imbottigliati fermi e frizzanti (-9%) e quella relativa agli sparkling (+5 per cento).

Considerando le tipologie, si nota come nei sei mesi a giugno gli ordini di vini in bottiglia fermi e frizzanti tricolori abbiano registrano un +3,5% a valore e un +4,4% a volume, contro i rispettivi +6% e +8,5% nei cinque mesi a maggio. In contrazione, ma meno marcato, il trend “sin qui molto positivo” degli spumanti, come precisa lo studio, i cui volumi esportati passano da +18% a +14,5%, con i valori da +12,3% a +9,3 per cento, con un prezzo medio complessivo che, nell’intero semestre, si attesta su un tendenziale di -1,5 per cento.

Fonte: a cura di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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