In Italia gli Investimenti in Startup Frenano nel Primo Semestre del 2024

In Italia gli Investimenti in Startup Frenano nel Primo Semestre del 2024

27 Agosto 2024 Categoria: Tecnologia & Innovazione

In Italia nei primi sei mesi del 2024 è diminuito sia il numero degli investimenti in startup che il capitale totale raccolto, in primis a causa dell’incertezza economica globale e delle tensioni geopolitiche.

Nel primo semestre del 2024, l’Italia ha registrato una significativa contrazione in investimenti nelle startup, con un calo del -24% rispetto allo stesso periodo del 2023. Sono state infatti realizzate 135 operazioni, rispetto alle 177 dell’anno precedente, una tendenza riflessa anche nell’ammontare complessivo degli investimenti, che è sceso a circa 356,61 milioni di euro, segnando una diminuzione del -30,07% rispetto ai 510 milioni di euro raccolti nello stesso periodo dell’anno scorso.

Un trend negativo, testimoniato dalla recente analisi prodotta da McKinsey che riflette come, nonostante l’importanza del settore privato, gli investitori sono sempre più cauti e selettivi, probabilmente a causa dell’incertezza economica globale e delle tensioni geopolitiche.

Tuttavia, come dimostra un’analisi di Cerved, nel nostro Paese le startup sono fondamentali anche per la creazione di nuove opportunità di lavoro, dimostrando una resilienza e un adattamento particolarmente efficaci in periodi di crisi economica.

Come dimostra un’analisi di Cerved, in Italia le startup sono fondamentali anche per la creazione di nuove opportunità di lavoro, dimostrando una resilienza e un adattamento particolarmente efficaci in periodi di crisi economica.

L’Italia rappresenta quindi un terreno più che fertile per gli investimenti in startup che però faticano a prendere piede.

Il calo degli investimenti è sintomatico di una cultura finanziaria non ancora matura, che preferisce investimenti più tradizionali e meno rischiosi. Secondo una recente ricerca del Politecnico di Milano, infatti, le aziende italiane tendono a investire in settori vicini al proprio core business con ticket di investimento medi relativamente bassi​ e scelgono di interagire con le startup tramite iniziative di Open Innovation e rapporti cliente-fornitore, piuttosto che attraverso investimenti diretti, indicando una certa riluttanza a scommettere su nuovi progetti.” spiega Alessio Boceda, co-fondatore di Startup Geeks.

Oltre a una cultura finanziaria ancora poco approfondita, secondo Startup Geeks, il più grande incubatore online italiano di startup, le resistenze degli investitori italiani sono colpa delle ancora numerose false credenze nel panorama italiano degli investimenti.

Molte persone, infatti, siano esse privati cittadini o imprenditori, non iniziano a investire in startup a causa di preconcetti e della difficoltà di reperire informazioni chiare e accessibili.

Tra le false credenze più comuni in tema di investimenti rilevate da Startup Geeks emergono:

  • Il pensiero che sia necessario disporre di milioni di euro per investire in startup, quando per iniziare posso essere sufficienti anche quote minori di 500 euro;

  • L’opinione che investire in startup sia troppo rischioso e simile a giocare d’azzardo, mentre una diversificazione oculata del portafoglio può mitigare i rischi e aumentare le possibilità di successo;

  • La convinzione che solo chi ha già esperienza diretta nel settore o è uno startupper possa comprendere il funzionamento e le dinamiche degli investimenti in startup;

  • Pensare che investire sia difficile e riservato a pochi eletti, quando invece con una corretta formazione, un’adeguata preparazione e una semplificazione dei concetti, anche investire in startup può diventare alla portata di chiunque.

Per far crescere il nostro Paese serve che crescano le startup. Ma per crescere a loro volta le startup hanno bisogno di fondi e di investimenti sempre maggiori. Gli investimenti in startup non solo offrono opportunità di rendimento finanziario, ma portano anche valore significativo all’occupazione giovanile e all’innovazione. Le startup sono una fonte vitale di nuovi posti di lavoro, spesso orientati verso i giovani e i talenti emergenti. Inoltre, incentivano la creazione di tecnologie innovative e soluzioni che possono migliorare vari aspetti della società” aggiunge Manuel Urzì, Dealflow & New Business Manager di Startup Geeks.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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