Il Cile, un Paese con un’agricoltura fiorente e un’economia fortemente legata al settore primario, si trova di fronte a una sfida cruciale: conciliare la crescita produttiva con la sostenibilità ambientale. In questo contesto, la fertilizzazione sostenibile emerge come una soluzione strategica, offrendo un’opportunità unica per le imprese italiane di esportare tecnologie e prodotti innovativi.
La crescente domanda di cibo a livello mondiale, unita alla necessità di pratiche agricole sostenibili, ha posto l’agricoltura di fronte a sfide complesse. L’agricoltura convenzionale, sebbene abbia aumentato le produzioni, ha generato impatti ambientali significativi. La transizione verso un’agricoltura circolare, che ottimizza l’uso delle risorse, è diventata una priorità globale.
Il Cile, pur essendo un attore importante nel settore agricolo, non è esente da queste sfide. L’agricoltura cilena, infatti, sebbene abbia raggiunto importanti traguardi, deve affrontare sfide legate all’esaurimento delle risorse naturali, all’inquinamento e al cambiamento climatico. La fertilizzazione, un elemento fondamentale per l’agricoltura, deve confrontarsi con la necessità di conciliare l’aumento della produzione agricola con la tutela dell’ambiente e la sostenibilità economica. L’esigenza di adottare pratiche più sostenibili come la circolarità, la rigenerazione dei suoli e la gestione integrata dei nutrienti, e la volatilità dei prezzi internazionali dei fertilizzanti hanno reso il mercato cileno un terreno fertile per l’innovazione e la ricerca di soluzioni più efficienti.
Il mercato cileno dei fertilizzanti
I fertilizzanti sono di grande importanza in Cile, rappresentando fino al 60% dei costi di produzione di alcune colture.
La domanda di prodotti fertilizzati ad uso agricolo viene maggiormente soddisfatta dalle importazioni, infatti circa l’85% dei prodotti commercializzati nel mercato interno proviene dall’estero e il 15% restante corrisponde a prodotti nazionali. Questa situazione espone il Paese a una significativa vulnerabilità alle variazioni dei prezzi internazionali.
L’offerta è inoltre concentrata nelle mani di poche aziende, che propongono principalmente fertilizzanti tradizionali a base di azoto, fosforo e potassio. Nonostante il Cile sia un importante produttore di nitrati e potassio, esiste un potenziale ancora inespresso per lo sviluppo di fertilizzanti naturali. Ad oggi, fertilizzanti importati più commercializzati sul mercato cileno sono il fosfato biammonico (DAP), il triplo perfosfato (TSP), l’urea e il solfato di potassio.
La domanda di questi prodotti, infine, presenta una forte stagionalità, concentrandosi nei mesi tra aprile e settembre.
Opportunità per le imprese italiane
Nel 2023 le importazioni si sono attestate a 508,3 milioni di dollari, in calo del 36,7% rispetto al 2022. I principali Paesi fornitori sono stati: Cina con un peso del 34,94%, seguita dagli Stati Uniti (12,2%) e Russia (7.8%). L’Italia si è posizionata al 19° posto del ranking dei principali Paesi fornitori con una quota dello 0,62%, paria a 3,1 milioni di dollari, ma la posizione del Belpaese può decisamente migliorare.
Le imprese italiane, infatti, con la loro lunga tradizione nel settore agricolo e la capacità di innovare, possono cogliere numerose opportunità nel mercato cileno fornendo:
- fertilizzanti specializzati: le aziende italiane potrebbero concentrarsi sulla produzione e commercializzazione di fertilizzanti specializzati, ad alta efficienza e a basso impatto ambientale, come quelli a rilascio controllato o bio-stimolanti, rispondendo alle esigenze specifiche delle diverse colture cilene;
- soluzioni per l’agricoltura di precisione: s’adozione di tecnologie per l’agricoltura di precisione, come sensori e sistemi di irrigazione a goccia, sensori per la misurazione dei nutrienti nel suolo e software per la gestione delle fertilizzazioni possono contribuire a migliorare l’efficienza e ridurre gli sprechi;
- consulenza agronomica e assistenza tecnica: oltre alla vendita di prodotti, le imprese italiane potrebbero offrire servizi di consulenza alle aziende agricole cilene, aiutandole a scegliere i fertilizzanti più adatti e a implementare pratiche agricole sostenibili;
- collaborazioni con le istituzioni: la creazione di partnership con università, centri di ricerca e governi locali può facilitare l’accesso al mercato e favorire lo sviluppo di progetti congiunti;
Strategie di ingresso nel mercato
Per un’efficace penetrazione del mercato cileno, le imprese italiane necessitano di una strategia ben definita.
Una conoscenza approfondita del contesto locale, delle normative vigenti e delle specifiche esigenze degli agricoltori cileni è imprescindibile.
Stabilire solide partnership con distributori locali e istituti di ricerca può agevolare notevolmente l’ingresso nel mercato.
La partecipazione attiva a fiere ed eventi di settore rappresenta un’opportunità unica per promuovere l’offerta italiana e creare un network di contatti
Inoltre, adattare i prodotti e i servizi alle peculiarità del mercato cileno è fondamentale per incontrare il favore dei consumatori.
Infine, investire in una comunicazione efficace, capace di valorizzare i vantaggi dei prodotti italiani e di costruire una solida reputazione di marca, è un elemento chiave consolidare la propria presenza sul territorio.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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