Il quadro normativo definito dal Regolamento (UE) 2024/1252 mira a diversificare le fonti di approvvigionamento, rafforzare la capacità di riciclaggio all’interno dell’UE e promuovere la circolarità delle materie prime.
È stato pubblicato il 3 maggio 2024 sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il Regolamento (UE) 2024/1252 sulle “Materie prime critiche”. Il provvedimento, che entrerà in vigore il 23 maggio 2024, mira a ottimizzare il funzionamento del Mercato Unico attraverso l’istituzione di un quadro che garantisca all’Unione europea un approvvigionamento di materie prime critiche sicuro, resiliente e sostenibile, promuovendo altresì l’efficienza e la circolarità lungo la catena del valore.
Quali sono le materie prime critiche e perché sono importanti?
Le materie prime critiche sono tutte quelle risorse delle quali l’Europa ha scarsa disponibilità o di cui non dispone affatto e il cui fabbisogno viene soddisfatto quasi interamente da Paesi extra Ue. L’approvvigionamento di tali risorse comporta per l’Ue un elevato rischio di perturbazione a causa della loro concentrazione in pochi Paesi e della mancanza di sostituti validi e a prezzi accessibili.
Il Regolamento (UE) 2024/1252 ne elenca 34: antimonio, arsenico, auxite/allumina/alluminio, barite, berillio, bismuto, boro, cobalto, carbon coke, rame, feldspato, fluorite, gallio, germanio, afnio, elio, elementi delle terre rare pesanti, elementi delle terre rare leggere, litio, magnesio, manganese, grafite, nichel (grado batteria), niobio, fosforite, fosforo, metalli del gruppo del platino, scandio, silicio metallico, stronzio, tantalio, titanio metallico, tungsteno e vanadio.
Di queste 17 sono definite “strategiche” perché necessarie per la transizione verde e digitale, nonché fondamentali per l’industria aerospaziale e della difesa, ma anche per oggetti di utilizzo quotidiano. Ad esempio, per costruire veicoli elettrici sono necessari litio, cobalto e nichel; i telefoni richiedono il tungsteno, le pale eoliche il boro, ed i semiconduttori il silicio metallico.
L’UE si è proposta di aggiornare l’elenco delle materie prime strategiche entro il 24 maggio 2027, e successivamente ogni tre anni su richiesta del richiesta del “Comitato europeo per le materie prime critiche”, la cui creazione è prevista, nell’ambito del Regolamento, per monitorare gli sviluppi geopolitici ed adattarvi in maniera sostenibile il Mercato Unico.
La gestione coordinata delle materie prime critiche
La crescita esponenziale della domanda di questi minerali strategici si scontra con le difficoltà di approvvigionamento dalle catene globali, laddove la sola Cina fornisce, in un quasi-monopolio, il 100% dell’approvvigionamento di terre rare pesanti nell’UE, la Turchia il 98% dell’approvvigionamento di boro, e il Sudafrica il 71% del fabbisogno di platino.
Dato il carattere transnazionale e la complessità delle catene di approvvigionamento, le politiche nazionali non coordinate da parte degli Stati membri possono minare l’efficienza del Mercato Unico e creare distorsioni, considerando che i Paesi europei più ricchi potrebbero essere avvantaggiati rispetto a quelli più poveri di fronte a prezzi non accessibili, compromettendo così la sicurezza e la sostenibilità dell’approvvigionamento di queste risorse essenziali.
Ecco dunque la necessità, a cui risponde appunto il Regolamento (UE) 2024/1252, di istituire un quadro comune che, oltre a definire la nomenclatura delle materie strategiche, propone di diversificare l’approvvigionamento da Paesi terzi, in particolare creando partnership strategiche con fornitori fidati e avviando progetti strategici, ossia progetti destinati ad avviare o a espandere l’estrazione, la trasformazione o il riciclaggio delle materie prime strategiche o la produzione e la diffusione di materiali che possano sostituire le materie prime strategiche nelle tecnologie strategiche.
Questi progetti godranno di procedure di rilascio delle autorizzazioni semplificate e prevedibili e di sostegno nell’accesso ai finanziamenti. I progetti strategici, inoltre, avranno una posizione prioritaria a livello nazionale per assicurarne la rapida gestione amministrativa e il trattamento d’urgenza in tutti i procedimenti giudiziari e di risoluzione delle controversie che li riguardano.
In base al nuovo regolamento UE, inoltre, entro il 24 febbraio 2025 gli Stati membri dovranno designare una o più autorità quali punti di contatto unici con la Commissione.
Parametri di riferimento per rafforzare la catena del valore delle materie prime critiche
Nei limiti della disponibilità di risorse geologiche dell’Unione, l’UE dovrebbe incrementare l’utilizzo delle proprie risorse geologiche di materie prime strategiche e dotarsi di capacità che le consentano di estrarre le materie prime necessarie a coprire almeno il 10 % del consumo annuo di materie prime strategiche dell’Unione. Questo punto è centrale per l’Italia, in quanto si calcola che il nostro paese possieda 16 di queste 34 materie prime critiche.
Per evitare problemi di strozzatura nelle fasi intermedie e per completare efficacemente la catena del valore, è necessario aumentare la capacità di trasformazione all’interno dell’Unione Europea per arrivare a soddisfare almeno il 40% del proprio consumo annuo di materie prime strategiche.
La capacità di riciclaggio dell’UE dovrebbe essere aumentata in modo da coprire almeno il 25% del consumo annuo di materie prime strategiche. Inoltre, è essenziale che l’Unione possa riciclare una quantità sempre maggiore di ogni materia prima critica e strategica proveniente dai rifiuti.
La Commissione, invece, si impegnerà per un acquisto comune di materie strategiche da terzi a nome degli stakeholder europei per avere maggior peso contrattuale.
Sostenibilità e circolarità
È prevista l’adozione di misure nazionali relative alla circolarità delle materie prime strategiche. Gli Stati membri sono tenuti a sviluppare e implementare programmi nazionali contenenti misure per promuovere il progresso tecnologico, la prevenzione dei rifiuti, l’aumento del riutilizzo e della riparazione dei prodotti, e l’incremento della raccolta e del trattamento dei rifiuti che contengono materie prime critiche. Questi programmi devono anche supportare l’uso di materie prime critiche secondarie e la maturità tecnologica delle tecnologie di riciclaggio.
È prevista la possibilità di riconoscere i sistemi di certificazione relativi alla sostenibilità delle materie prime critiche che devono essere riconosciuti secondo criteri ben definiti che includono la trasparenza, la non discriminazione, e una verifica oggettiva da parte di terze parti indipendenti.
La Commissione può adottare atti delegati per stabilire norme relative al calcolo e alla verifica dell’impronta ambientale delle materie prime critiche, considerando i metodi di valutazione scientificamente validi e le normative internazionali pertinenti. Entro il 24 novembre 2026, la Commissione deve presentare una relazione che stabilisce quali materie prime critiche debbano essere prioritarie per determinare la necessità di tale dichiarazione.
La cooperazione tra Stati membri, istituzioni europee e imprese sarà fondamentale per il successo di questa sfida, che rappresenta un’opportunità per l’Europa di rafforzare la propria autonomia strategica e costruire un futuro più sostenibile.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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