Con un fatturato estero di 35,6 miliardi di euro in crescita dell’8,4%, l’industria italiana dei beni strumentali continua la sua corsa verso la conquista dei mercati esteri, che apprezzano sempre più la meccanica made in Italy.
Nel 2022, l’industria italiana dei beni strumentali ha proseguito con il trend di crescita registrato a partire dal 2021 e, nonostante l’evidente rallentamento del ritmo di espansione, anche il 2023 chiuderà con segno positivo.
Questo è quanto emerge dai dati elaborati dal Gruppo Statistiche FEDERMACCHINE secondo cui il settore ha chiuso il 2022 con un fatturato di 55,4 miliardi di euro, con un incremento del +10,7% rispetto al 2021, segnando un nuovo record.
L’export è cresciuto dell’8,4%, a quota 35,6 miliardi di euro, superando il risultato del 2018 e registrando così un nuovo primato.
Con riferimento alla distribuzione delle vendite, nel 2022, la quota di fatturato realizzata in Italia si è attestata al 35,7%. Il 27,2% del totale è stato destinato agli altri paesi dell’Unione Europea. L’Area-UE ha assorbito quindi circa il 63% del fatturato italiano di settore. Segue l’export in America settentrionale (11,1%) e in Asia (9,7%); l’Europa Extra-UE ha acquisito il 7,9% del totale.
Nel 2022, l’export italiano di comparto è cresciuto in tutti i principali mercati ad esclusione di Cina e Regno Unito. Meglio di tutti, in termini di incremento, hanno fatto Messico e India. Principali mercati di destinazione sono risultati: Stati Uniti (4,7 miliardi di euro, +17,1%); Germania (3,8 miliardi, +8,6%); Francia (2,4 miliardi, +11,9%); Cina (1,9 miliardi, -6,2%); Turchia (1,5 miliardi, +7%).
“Sul fronte estero” - ha commentato Giuseppe Lesce, presidente Federmacchine - “le nostre imprese, già campioni di export, devono poter cogliere le opportunità ancora inespresse da mercati tradizionali e emergenti. La recente ricerca Ingenium, realizzata da Confindustria e FEDERMACCHINE, ha messo in luce un potenziale di 16 miliardi di export non ancora realizzato che è certamente alla portata delle imprese del comparto. Queste opportunità riguardano sia la domanda di paesi avanzati sia di aree emergenti, tutti già presidiati dalle imprese del settore. È chiaro però che, a fronte dell’impegno che le aziende del comparto metteranno in questa nuova sfida, che prevede evoluzioni anche nel modello di business, occorre comunque un supporto da parte del sistema paese, penso tra gli altri a ICE Agenzia, Sace e Simest, per sostenerle nella loro attività di internazionalizzazione”.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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