Mercato Mondiale della Pizza Surgelata: l’Italia ne Mangia una Fetta Ancora Troppo Piccola

Mercato Mondiale della Pizza Surgelata: l’Italia ne Mangia una Fetta Ancora Troppo Piccola

17 Gennaio 2023 Categoria: Food & Beverage Paese:  USA

Quale giorno migliore di quello dedicato a Sua Maestà la Pizza, in tutte le sue declinazioni, per parlare delle opportunità che le imprese italiane hanno di esportare questo prodotto all’estero, soprattutto negli USA?

Come ogni anno, oggi 17 gennaio si celebra il World Pizza Day, un giorno da dedicare al prodotto gastronomico simbolo per eccellenza del Made in Italy. In questa giornata “Sua maestà la Pizza” viene festeggiata ovunque, nelle pizzerie come in casa, e le bacheche dei social “sfornano” moltissime foto di questa prelibatezza nostrana.

Che sia tonda, in teglia, alla pala, napoletana, romana, bianca o rossa, con impasto tradizionale, vegano o gluten free, e chi più ne ha più ne metta, la pizza è sempre sinonimo di festa, è il provvidenziale food delivery dell’ultimo momento quando nel frigorifero c’è l’eco o ti piombano amici in casa e non c’è niente di pronto, è la scelta più semplice quando si decide di andare a mangiare fuori e si devono mettere d’accordo troppi palati, e non solo in Italia.

Inaspettatamente, anzi, il nostro cibo più tipico fa più proseliti all’estero che in patria. Nella sfida mondiale per il primato del consumo di pizza, infatti, a spuntarla sono gli Americani, con i loro 13 kg a testa ogni anno. Gli Italiani comunque guidano la classifica europea con 7,6 kg all’anno, seguiti dagli Spagnoli (4,3 kg), Francesi e Tedeschi (4,2 kg), i Britannici (4 kg), Belgi (3,8 kg), e Portoghesi (3,6 kg). Chiudono la classifica europea gli Austriaci con 3,3 chili di pizza pro capite annui.

C’è da dire però che, mentre nel Belpaese ad essere privilegiato è il consumo di pizza artigianale, take away o in pizzeria che sia, all’estero è il prodotto surgelato che va per la maggiore. Ad onor del vero, negli ultimi anni sempre più Italiani decidono di portare in tavola la versione sottozero della pizza, ma il mercato nazionale si è avvicinato solo di recente al consumo di prodotti surgelati, mentre il mercato potenziale all’estero è, invece, molto rilevante e, purtroppo per noi, ancora poco sfruttato.

Dimensioni del mercato

Allied Market Research ha stimato che nel 2020 il mercato globale della pizza surgelata valeva 17.362,80 milioni di dollari, ma raggiungerà 39.373,20 milioni di dollari entro il 2031, crescendo ad un CAGR del 7,96% dal 2022 al 2031. Per farsi un’idea delle dimensioni del mercato basti pensare che solo negli Stati Uniti il mercato delle pizze surgelate vale circa 5,5 miliardi di dollari, 20 volte quello italiano.

Le ragioni di questo successo sono da ricercarsi nel cambiamento dello stile di vita (sempre più frenetico!) e delle preferenze alimentari delle nuove generazioni, che amano avere in casa un prodotto già pronto, che abbia un lungo periodo di conservazione, che sia economico ma allo stesso tempo salutare (le pizze surgelate vengono infatti percepite come prodotti alimentari di alta qualità).

Solo da qualche anno le imprese italiane hanno iniziato ad approcciare questo mercato dagli enormi margini di crescita facendo registrare dati interessanti: nel 2021, rispetto al 2019, l’export di pizze surgelate Made in Italy è cresciuto del +18,1% a valore e del +17,7% a volume. I primi mercati di destinazione per la pizza surgelata italiana nel 2020 sono stati la Germania (prima posizione con una quota del 19,3% del valore totale delle esportazioni surgelate), seguita dagli Stati Uniti (14,1%). Seguono la Francia (13,1%), la Svizzera e i Paesi Bassi (rispettivamente 7,4% e 4,1%).

Fonte: IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati)

Tuttavia, si tratta di numeri ancora molto esigui e l’Italia mangia (ahimè!) una fetta ancora troppo piccola di questa enorme pizza. Sono invece le multinazionali straniere a farla da padrone: in Europa, per esempio, il leader di mercato delle pizze surgelate è un produttore tedesco, Dr. Oetker (Cameo in Italia) che fattura oltre 11 miliardi di euro ed è presente in 25 paesi nel mondo, spesso grazie alle acquisizioni di aziende locali. Il leader di mercato dei surgelati negli USA è invece la multinazionale Nestlè, seguita dalla Schwan’s Company e dalla General Mills Inc.; è presente anche la McCain Foods, ovvero la Dr. Oetker, con sede in Canada, il cui fatturato è di oltre 6 miliardi di dollari.

USA: un mercato sempre più strategico per l’export agroalimentare tricolore

Considerato l’enorme potenziale del mercato, le imprese italiane, dunque, possono e devono fare di più. Soprattutto negli USA, dove grazie agli accordi raggiunti da UIF-Unione Italiana Food, dopo 10 anni di trattative, dal 2021 le aziende italiane di pizze surgelate operanti su tutto il territorio della Penisola - purché autorizzati e inseriti in un apposito elenco - possono esportare sul mercato americano anche le pizze contenenti carne suina o prodotti di salumeria, mentre prima, tutto ciò che conteneva carne di maiale non poteva attraversare l’Oceano, ponendo forti limitazioni all’ export.

L’accordo, quindi, non solo rappresenta una grande opportunità per chi voglia intercettare i gusti dei consumatori statunitensi, notoriamente amanti della “Pepperoni Pizza” che detiene oltre il 50% del comparto ed il cui ingrediente principale è il salame piccante, ma eleva il potenziale anche per l’export di altri prodotti surgelati a base di carne, come le lasagne, i tortellini, e i piatti pronti regionali.

Tutto questo in una piazza come quella USA che ha assunto, e prevedibilmente continuerà a farlo alla luce degli ultimi avvenimenti internazionali, un’importanza centrale per l’export agro-alimentare del nostro Paese.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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