Il 2023 si avvicina ed è tempo di guardare ai segnali che emergono dal mercato per tracciare le possibili tendenze che caratterizzeranno il retail food il prossimo anno.
Intanto, i fattori che hanno agito fino ad ora sull’andamento del mercato non spariranno: l’inflazione già ora sembra aver rallentato la sua corsa, grazie agli interventi del governo e a un’oculata amministrazione da parte delle imprese del commercio e del largo consumo. Contrattazioni logoranti e una maggiore presenza di marche del distributore hanno contribuito ad alleggerire la pressione sui consumi. Non è ancora tempo di cantar vittoria e per molte imprese di produzione il 2023 sembrerebbe ancora a tinte fosche, ma qualche schiarita si vede. Come il retail affronterà il prossimo anno? Prendiamo i passi da alcuni elementi già visibili in questo fine anno.
Niente vie di mezzo
Il portabandiera di questo trend è Esselunga che, da un lato apre in pieno centro di Milano “Le Eccellenze di Esselunga”, in cui fa sfilare il meglio della sua gastronomia e pasticceria, dall’altro potenzia la linea di primo prezzo Smart. Infine, ribadisce il suo posizionamento di food company trasformando i suoi piatti pronti nel marchio “Cucina di Esselunga”. Esselunga non ha inventato nulla, ma sicuramente ha trasformato le esperienze di successo di altre insegne in una strategia ben chiara che non lascia nulla al caso.
Prezzi bassi sempre
Non è una novità, però, dopo tanti tentennamenti la formula che in Italia è stata portata avanti senza se e senza ma dal gruppo campano Sole 365, portandolo ad essere una case history di successo e, successivamente, introdotta da U2 (Unes Gruppo Finiper) comincia a diventare un mantra anche per altri gruppi. In sintesi, nella guerra delle promozioni alcune insegne si sfilano optando per una politica di prezzi più rassicurante e meno confusi agli occhi del consumatore. L’everyday low prices (Edlp) - prezzi bassi sempre, letteralmente, è la risposta alla politica cosiddetta hi-low dove si bilanciano prezzi in salita a promozioni eclatanti. Una scelta connotante che conquista più lentamente di altre più gridate, ma che garantisce una fedeltà a lunga durata da parte del cliente.
Milano città stato
Un’arena competitiva combattutissima, una meta agognata da molti. La concorrenza è feroce e i nuovi concept delle insegne della gdo trovano qui terreno fertile. Errato pensare che Milano sia l’Italia, giusto riflettere se avventurarsi in questo mercato, consigliato guardare ciò che succede qui, perché da Milano partono tendenze e sperimentazioni che via via si allargano ad altre piazze. A renderla sfidante ma comunque appetitosa è la fama della generosità dei portafogli dei suoi abitanti.
Agognato Crm
Non è un trend ma un imperativo cui nessuna catena potrà sottrarsi. Una consapevolezza che ormai il retail food ha maturato, infatti, anche le insegne che non avevano una carta fedeltà si stanno organizzando per produrne una e iniziare il faticoso, ma necessario lavoro, di diffusione. Importante per soddisfare il mantra di un cliente che vuole esser riconosciuto come individuo e non massificato, che desidera sentirsi unico e ricevere offerte, proposte e inviti in base a ciò che compra, alle informazioni che ha dato consapevolmente e alle “briciole” lasciate nei suoi passaggi in store e out of store. Da sempre il Crm (Customer relationship management, la gestione delle relazioni con i clienti) è protagonista nei dichiarati delle aziende mentre lo è decisamente meno nei fatti. Non c’è più tempo da perdere.
A tutto servizi
I servizi, nel giro di qualche anno rappresenteranno la marginalità che la gdo non ha mai avuto. Ricollegandoci al Crm, la montagna di dati che la gdo accumula può essere sicuramente un punto di partenza per far fruttare informazioni che, pur preservando al massimo la privacy, siano in grado di indirizzare politiche di sviluppo e di R&D delle imprese, non parliamo più di collaborazione fine a se stessa ma un vero e proprio business sugli insight ottenuti. Andando oltre ai dati, servizi bancari e assicurativi, seppure già sperimentati in passato, oggi possono vivere una seconda vita, avvalendosi dei nuovi strumenti che la tecnologia ha messo a disposizione negli ultimi anni.
Ti salvo io
Che sia una scialuppa di salvataggio per gli attenti alla spesa, che sia una rassicurazione per i fedeli all’insegna, o una preselezione per i foodies, la marca del distributore, è il vessillo per tutte le insegne della gdo e lo sarà ancora di più nel 2023, chi ci ha puntato da tempo come Conad e Coop parte in vantaggio ma trascina anche gli altri. Rapporti con i fornitori più veloci, ricettazioni studiate a quattro mani, offerte di prezzo imbattibili, la Mdd è la carta da giocare per l’anno che verrà. La sfida è nel processo di buying delle imprese, la ricerca dell’esperto è aperta, vince chi conquista i migliori.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Alessio Gambino, redazione@exportiamo.it
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