Il conflitto innescato dalla Russia ai danni dell’Ucraina, oltre a provocare un’immisurabile tragedia a livello umano, ha portato a un netto ridimensionamento delle previsioni di crescita su scala mondiale. Secondo il Centro Studi Confindustria, anche il PIL italiano vedrà un ribassamento delle previsioni di crescita, che nel 2022 sarà pari solo al +1,9%.
Secondo i dati dell’Istat, l’export verso la Russia e l’Ucraina vale nel complesso 9,8 miliardi di Euro, rispettivamente con una quota di 7,7 miliardi per la Russia e di 2,1 miliardi per l’Ucraina, dei quali la quasi totalità riguarda il settore manifatturiero. In questo panorama, il comparto dell’automotive pesa per il 4% dei beni esportati in Ucraina, pari a circa 91 milioni di Euro e per il 6% per quelli esportati in Russia, pari a oltre 421 milioni di Euro.
Per quanto riguarda invece il comparto degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, il settore vale 86,1 milioni di prodotti esportati verso l’Ucraina e 315,7 milioni di Euro verso la Russia, mentre le vendite di altri mezzi di trasporto sono pari a 105,5 milioni di Euro di export verso la Russia e 5 milioni di Euro verso l’Ucraina.
Da evidenziare che tra le Regioni italiane maggiormente danneggiate dalla guerra risulta al primo posto l’Emilia-Romagna, con i suoi 114,2 milioni di beni esportati verso la Russia, seguita dal Piemonte con 111,1 milioni di Euro e da Lazio e Lombardia che vedono in pericolo rispettivamente 57,9 e 55,3 milioni di euro. In particolare, la Lombardia rileva vendite verso l’Ucraina per un valore di 38,7 milioni di euro.
Tra i maggiori esportatori verso Kiev troviamo anche l’Abruzzo, che vede compromessi 19,6 milioni di Euro di export, seguito dal Piemonte con 14,8 milioni di Euro e l’Emilia-Romagna con 12,6 milioni di Euro. Tuttavia, l’impatto del conflitto sul comparto automotive non riguarda solo il profilo delle vendite. Anche la reperibilità di materie prime per l’approvvigionamento rappresenta una seria problematica per l’intero settore. Infatti, bisogna considerare che l’Ucraina è al 9° posto per produzione di acciaio e al 10° per l’export mondiale di cablaggi per auto, pari al 3,4% della produzione mondiale.
La Russia è invece il 3° produttore mondiale dopo Indonesia e Filippine di nichel, indispensabile per veicoli elettrici, pari al 10% del totale prodotto a livello globale. Particolare l’impatto per le batterie al litio destinate ad auto elettriche e, in parte minore, per quelle ibride: il costo delle materie prime è cresciuto già di oltre il +20%.
Alla luce di questo scenario, S&P Global Mobility ha rivisto al ribasso le stime sulla produzione automobilistica globale per il 2022 e il 2023, con -2,6 milioni di veicoli rispetto alle precedenti stime quest’anno. Nello specifico, ci saranno -1,7 milioni di veicoli prodotti in Europa nel 2022 e 480 mila veicoli prodotti in meno negli Stati Uniti nel 2022 e -549 mila nel 2023. Nel complesso, nel 2022 si produrranno nel mondo 81,6 milioni di veicoli e 88,5 milioni nel 2023.
Scenario a dir poco allarmante per un settore, ad oggi ancora strategico per il nostro Paese e per tutta la filiera coinvolta.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Federico Milone, redazione@exportiamo.it
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