Grazie ad un ambiente innovativo, giovane, dinamico e all’avanguardia, Israele costituisce un ecosistema particolarmente adatto alle startup, anche per quelle italiane desiderose di crescere velocemente all’estero.

Paese dalle dimensioni territoriali molto ridotte e con una scarsa dotazione di materie prime. Inoltre, Israele possiede anche un mercato di piccole dimensioni, quindi il suo commercio è rivolto prettamente all’estero; in particolare, per vicinanza, verso Egitto e Giordania.

La concomitanza di tutti questi fattori ha reso indispensabile per il Paese trovare soluzioni alternative per potersi sviluppare economicamente. La strada maestra dello sviluppo economico israeliano è stata quella dell’innovazione e della ricerca.

L’età media molto bassa di soli 28,3 anni (in Italia è di 46 anni) ed un tasso di disoccupazione di solo lo 0,8% (in Italia è del 9,3%), contribuiscono a costituire un ambiente innovativo e perfetto per la nascita e la crescita di nuove startup. Nonostante l’occupazione nel settore high tech non sia molto elevata (circa 7,8% ogni 321 mila persone), queste persone producono il 12,6% del PIL israeliano e il 52% dell’export.

Nel campo dell’innovazione e della Ricerca e Sviluppo, Israele è infatti il primo Paese al mondo, registrando una quota di investimenti pari a più del doppio degli Stati Uniti e più di 6800 compagnie innovative.

Molte aziende multinazionali hanno deciso di istituire in Israele il loro centro di Ricerca e Sviluppo e di Protezione della Proprietà Intellettuale. Israele si classifica anche al 7° posto nel Global Innovation Ranking, preceduto solo da: Sud Corea, Singapore, Svizzera (che possiede una delle più grandi industrie di R&S farmaceutica al mondo), Germania, Svezia e Danimarca. L’innovazione israeliana, a differenza di molti Paesi, come la Svizzera, è multisettoriale; infatti, non si concentra solo su un’industria ma copre:

  • Cybersecurity;
  • Water energy;
  • Sanità;
  • Automotive e molti altri.

Questo aspetto caratterizza Israele come un ecosistema particolarmente adatto alle startup, in quanto oltre a fornire un ambiente molto dinamico, permette alle startup innovative di cambiare rapidamente settore, senza stravolgere completamente la propria dotazione di risorse.

Israele sta, con successo, riuscendo ad attrarre investimenti esteri, sia da multinazionali che da startup innovative, cercando di migliorare la propria condizione di scarsità di risorse primarie; ad esempio, sono stati i primi ad utilizzare dei macchinari che desalinizzassero l’acqua del mare in acqua potabile in grandi quantità. I settori più ricercati da Israele nel campo innovativo sono:

  • Agri e tech food;
  • Tecnologie per la salute;
  • Industria spaziale.

Questo ha attirato molti player internazionali, sia per investimenti diretti, sia per investire nelle startup. Le compagnie che attraggono più investimenti in equity sono quelle B2B piuttosto che le B2C e sono comunque tutte rivolte al mercato estero. Molte sono le Merger and Acquisition di aziende multinazionali e israeliane. Per citarne una, Google, che acquistato per 1 miliardo di dollari l’app Waze. Infatti, non solo è una “startup nation” ma sta diventando sempre di più una “scaleup nation” grazie ai numerosi unicorni (aziende con più di 1 miliardo di dollari di fatturato).

Chi sono i principali investitori in Israele? L’Europa rappresenta ancora solo una parte molto ridotta degli investitori in Israele, costituendo solo il 12%, mentre Stati Uniti e Canada rappresentano il 36%. Lo stesso Stato di Israele costituisce il maggior investitore, mentre i Paesi asiatici ancora non hanno raggiunto una quota significativa.

Un modo per le startup innovative italiane di crescere in modo veloce è di usufruire dei numerosi acceleratori israeliani. A differenza degli incubatori che servono per startup nuove ed ancora non molto avviate, gli acceleratori sono ottimi invece per le startup che sono già ad uno step successivo all’avviamento, alle quali serve un boost.

ICE Agenzia ha rinnovato anche questo anno il bando Global Innovative Startup, grazie al quale alcune startup italiane selezionate potranno usufruire di un finanziamento a fondo perduto per accelerare il proprio processo di internazionalizzazione tramite acceleratori israeliani per la durata di 10 settimane. Il bando è scaduto il 22 ottobre, ma dato il successo probabilmente ne seguiranno altri.

Oltre al bando ICE, comunque Israele costituisce un perfetto trampolino di lancio o di slancio per le startup innovative italiane: un ambiente innovativo, giovane, dinamico e all’avanguardia che costituisce una fonte di ispirazione anche per l’ecosistema innovativo italiano.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Ambra Quadri, redazione@exportiamo.it

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