In continua espansione, il vino in lattina è oggi sempre più apprezzato. Sostenibilità e design accattivante sono i driver d’acquisto.
Complici il distanziamento sociale e le rare occasioni per bere in compagnia, il mercato del vino in lattina ha registrato un’esplosione negli ultimi due anni e la sua espansione è solo all’inizio.
Una decina d’anni fa, pensare di vendere il vino in lattina sarebbe stato visto come una follia. La lattina, da sempre utilizzata per le birre e i soft drink, non era considerata “nobile” per un prodotto pregiato come il vino. Oggi, il design accattivante e l’attenzione alla sostenibilità hanno reso questo prodotto popolare, soprattutto tra le nuove generazioni in mercati come Regno Unito, USA e Australia.
Stando agli ultimi dati Nielsen, negli Stati Uniti le vendite di vini in lattina hanno raggiunto gli 86 milioni di dollari, raddoppiando rispetto al 2018 e rappresentando lo 0,5% sul totale delle vendite di vino da tavola.
Nel Regno Unito, nello stesso periodo 2018-2020, le vendite sono addirittura quadruplicate e dallo 0,04% di quota di mercato si è passati allo 0,16%. Si stima che entro il 2027, il volume d’affari supererà i 155 milioni di dollari, secondo i numeri pubblicati da Grand view research.
Tra chi preferisce questa opzione, sono soprattutto i giovani.
Secondo una ricerca di Wine Intelligence sui mercati USA e Regno Unito, il 42% degli americani di età compresa tra i 25 e i 44 anni prende oggi in considerazione l’acquisto di un vino in lattina. Nel Regno Unito, questo numero si ferma al 32%, ma rappresenta un aumento notevole rispetto al 2017, quando la percentuale era del 21%.
Sono diversi i fattori che giustificano questa crescita e la pandemia indubbiamente ha rappresentato una spinta importante.
Il vino in lattina, infatti, è l’opzione perfetta per chi cerca un formato monodose quando le occasioni di condivisone sono limitate. Inoltre, è ideale per le attività all’aperto ed è facile da trasportare nelle consegne a domicilio.
Allo stesso tempo, la lattina è eco-friendly e il 70% di tutte le lattine può essere riciclato. Non meno importante è la questione degli sprechi, che si riducono notevolmente quando il formato è monodose.
Per i produttori, allo stesso tempo, la lattina presenta anche vantaggi logistici interessanti. Ha un peso inferiore e occupa meno spazio nel trasporto. In più, permette di avere margini più alti rispetto al formato classico della bottiglia da 750ml.
Il mercato in Italia
Pioniera del vino in lattina in Italia è stata la cantina Giacobazzi di Modena, che nel 1982 ha lanciato il suo primo vino in lattina ed oggi fattura 30 milioni di euro e produce 200 mila ettolitri di vino.
Altre cantine hanno poi esplorato questo mercato, ma in Italia, per fattori essenzialmente culturali, questo segmento non è ancora forte come in altri Paesi.
Tuttavia, sempre più produttori, consorzi e distributori cominciano a guardare a questo segmento con meno diffidenza, soprattutto in ottica export.
Dopo le difficoltà del 2020, di fatto, per rilanciare il settore vitivinicolo, è necessario tener conto delle nuove preferenze dei consumatori, che spesso si distaccano dalle modalità “tradizionali” di consumo del vino.
Anche in Italia, i vini con packaging alternativi al vetro (brick, lattine, bag in box), hanno registrato una crescita del 5,8% nel 2020, come emerge dallo studio “Vino e Spirits: le sfide di un’eccellenza italiana”, report di Area Studi Mediobanca, Ufficio Studi di Sace e Ipsos.
Come avere successo in questo segmento
Ma quali sono i fattori da considerare per chi vuole entrare in questo segmento?
Secondo Wine Intelligence, è opportuno tener presente che non tutti i vini sono adatti alla lattina. Le occasioni d’uso sono, di fatto, diverse da un vino invecchiato e di prestigio. Trattandosi di un formato più “giovanile” e divertente, ideale soprattutto da bere per strada o ad una festa, in occasioni spesso spontanee, i vini ideali sono quelli frizzanti o rosè, di pronta beva.
È importante altresì pensare ad un’offerta premium, in quanto è un mercato in enorme crescita e presto l’offerta sarà molto più ampia e ricca. Può essere anche interessante sfruttare il proprio brand, già noto, per lanciare una linea di vini in lattina e superare il pregiudizio iniziale rispetto ad un brand nuovo.
Infine, non bisogna dimenticare i trend delle bevande ready to drink e low-alchol. Offrire drink a base di vino in questi due segmenti può rappresentare un’ottima opportunità di sviluppo.
Dunque, se in Italia questo mercato impiegherà ancora un po’ di tempo per affermarsi, puntare all’estero è un progetto interessante per numerosi produttori di vino, che sono interessati a nuovi mercati e aperti a modalità di consumo alternative.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Mariavittoria Petrosino, redazione@exportiamo.it
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