Il mercato lattiero caseario cinese sta dimostrando uno straordinario dinamismo grazie alla crescita del reddito pro capite e alla diversificazione dei consumi alimentari, trainati dalla diffusione di abitudini sempre più occidentali, costituendo un’occasione imperdibile per l’export dei prodotti Made in Italy.
Secondo dati Euromonitor, la Cina potrebbe diventare il più grande mercato lattiero caseario al mondo entro il 2022. Iniziato ad emergere già a partire dagli anni Novanta, il settore lattiero caseario cinese ha visto recentemente un rapido sviluppo che si prevede continuerà nel prossimo futuro per diversi fattori economici, politici e sociali.
In primis, lo sviluppo di questo settore è diventato una priorità per Pechino: già nel 2020 il governo cinese aveva infatti proposto un piano d’azione per migliorare la qualità dei prodotti lattiero caseari ed innovarne la filiera produttiva, inserendolo tra gli obiettivi economici del Paese delle due Sessioni del PCC. Se da un lato queste politiche favoriscono il consumo di prodotti nazionali, in linea con la strategia politica “Made in China 2025”, è vero anche che dall’altro, aumentano la propensione al consumo di prodotti lattiero caseari, e quindi, anche di quelli di importazione.
Inoltre, bisogna considerare la crescita della classe media cinese e del suo potere di acquisto. Composta per lo più da giovani, con un buon livello di educazione e residenti nelle città più sviluppate, la classe media cinese oltre ad avere un potere d’acquisto sempre crescente, è anche sempre più aperta ai trend internazionali. Questi consumatori sono dunque maggiormente propensi ad acquistare prodotti importati e a sperimentare anche a tavola stili di vita internazionali. Latte e formaggi non fanno infatti parte delle abitudini di consumo tradizionali del popolo cinese, ma sono ormai molti i cinesi che consumano questi prodotti quotidianamente. Questa scelta di consumo è sicuramente anche legata alla ricerca di uno stile di vita sano, che è sempre stata una delle priorità della cultura asiatica. Una maggiore consapevolezza sulla salute si è andata affermando in Cina negli anni passati, e si è maggiormente rafforzata nel post-Covid, con conseguente richiesta di cibi più salutari e nutrienti. Quindi questa tendenza ha anche favorito il consumo di latte, yogurt e formaggi, alimenti ritenuti una fonte sana di proteine, calcio, vitamine e vari minerali.
Tra le diverse categorie merceologiche del settore, i formaggi presentano il tasso di crescita più rapido negli ultimi anni, come analizzato dall’esperta del mercato agroalimentare cinese Yilia Ye di ChemLinked, durante la Food Digital Week. Allo sviluppo del mercato lattiero caseario cinese è stata infatti dedicata una delle cinque giornate di questa settimana di incontri online con esperti del settore sulle ultime tendenze del mercato F&B cinese e agli aggiornamenti normativi in materia di sicurezza alimentare e importazione, organizzata da ChemLinked, portale di notizie del gruppo REACH24, specializzato in servizi di consulenza per l’ingresso sul mercato cinese.
Il consumo di formaggi in Cina è ancora relativamente basso se paragonato ad altri mercati asiatici, come Giappone e Corea del Sud. In Cina, il consumo di formaggio pro capite del 2018 è stato infatti di soli 280 g, circa un ottavo di quanto consumato in Giappone e un decimo di quanto consumato in Corea del Sud. Anche se il mercato caseario cinese è ancora in una fase embrionale, questo paragone con due paesi dalle abitudini alimentari simili a quelle cinesi dimostra però le potenzialità di consumo del mercato cinese. Dal 2013 al 2019 il mercato caseario cinese è cresciuto con un tasso di crescita annuo composto di quasi il 14%, raggiungendo nel 2019 un valore di 6.55 miliardi di yuan. Una crescita maggiore rispetto a quella di altri prodotti, come latte e yogurt, che si prevede non si esaurirà nei prossimi anni. Bisogna infatti tenere in considerazione gli investimenti di grandi marchi internazionali per educare i consumatori cinesi al consumo di formaggi sin dall’infanzia attraverso lo sviluppo di prodotti mirati per i bambini, che attualmente costituiscono più della metà delle vendite retail di formaggi. Quindi è plausibile aspettarsi un aumento del consumo di formaggio nel futuro, poiché le nuove generazioni, educate dalla giovane età a mangiare formaggio, potranno verosimilmente avere da adulti una maggiore propensione al consumo anche di formaggi più elaborati.
Lo sviluppo del mercato caseario cinese degli ultimi anni ha anche comportato una crescita delle importazioni di formaggi italiani. Dal 2017 al 2020 sono aumentate con un tasso di crescita annuo composto di quasi il 6%, raggiungendo un valore di oltre 25,5 milioni di dollari nel 2020. Questa crescita fa ben sperare per le esportazioni dei formaggi italiani verso la Cina per i prossimi anni, anche grazie alle recenti modifiche del quadro normativo cinese in materia. Infatti, quest’anno le autorità cinesi competenti hanno provveduto ad aggiornare lo standard nazionale di riferimento per i formaggi, il GB 5420-2021. Oltre a fissare standard qualitativi più elevati, tra le maggiori modifiche che potrebbero influenzare positivamente le importazioni vi è l’eliminazione dei limiti per le muffe e i lieviti contenuti nei formaggi, aprendo quindi le porte a formaggi come il gorgonzola che prima non potevano essere importati.
Nei prossimi anni, in base alle tendenze di consumo sopra analizzate e ai recenti sviluppi normativi, la Cina potrebbe diventare un mercato di destinazione sempre più importante per i prodotti caseari Made in Italy.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Vincenza Caputo, esperta di import e strategie di ingresso sul mercato cinese F&B e Julia Pochat, responsabile delle Relazioni Internazionali di REACH24H Consulting Group & ChemLinked, redazione@exportiamo.it
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