Il Centro Ricerche e Studi de Il Sole 24 Ore, in collaborazione con l’area studi di Mediobanca, conferma la positiva, seppur non totale, ripresa del settore Legno-Arredo-Illuminazione. Si stima infatti che, dopo il pesante tonfo di quasi due cifre percentuali dell’anno passato, riprenderà a crescere nel 2021 e a mantenere il presidio faticosamente conquistato all’estero negli anni precedenti.
Lo shock economico innescato dalla pandemia da Covid-19 ha creato una profonda crisi economica ed un conseguente calo del PIL nazionale tamponato solo in parte con la ripresa delle attività industriali dopo la fine del lockdown. Molti sono i settori che faticano a ripartire e continuano a registrare segno meno per quanto riguarda produzione e vendite.
Tuttavia, tra quelle che si sono riprese o si stanno riprendendo più velocemente, figurano le imprese del settore Legno-Arredo-Illuminazione che, a causa dell’impatto negativo della crisi pandemica, probabilmente registreranno (ipotesi più pessimistica), per l’anno appena passato, una riduzione della produzione attorno al 9,4% influenzata per circa il 60% dal calo delle esportazioni, secondo lo studio stilato congiuntamente dal Sole 24 Ore e Mediobanca.
Il rapporto prende in considerazione 428 imprese italiane (quotate e non) del settore, di medie dimensioni e di caratura internazionale (dunque competitive nei mercati esteri) e che registrano fatturati superiori ai 10 milioni di euro.
Secondo i dati analizzati nel rapporto, il settore vanta delle solide basi e una buona struttura di partenza. Difatti, il nostro Paese è insieme alla Germania il quarto produttore mondiale, realizzando un ammontare di vendite pari a circa 23 miliardi.
L’Italia è preceduta solamente da Cina, USA e India. Tuttavia, considerando tutta la filiera del settore legno-arredo-illuminazione nel solo contesto europeo, l’Italia è la seconda produttrice, con 42 miliardi di euro, dietro alla Germania con i suoi 74 miliardi circa.
Valutando i dati relativi al commercio mondiale e dunque alla bilancia commerciale dell’import-export, l’Italia detiene con circa il 6,2 % di market share il terzo posto come esportatore nel settore mobili e illuminazione, preceduta da Cina con circa il 36,4% e Germania con circa il 7,5%. Prendendo in considerazione il solo mercato europeo, l’Italia occupa la seconda posizione con circa il 16,5% di market share e 11,3 miliardi circa, preceduta dalla Germania con circa il 19% e 68,4 miliardi circa.
Dunque, il settore del legno e arredo Made in Italy -con i suoi 5 maggiori player nazionali Saviola, Inca Properties, Natuzzi, Molteni e Fantoni- sembra vantare delle buone basi e una buona posizione nel mercato mondiale e nell’export UE ed extra-UE.
Secondo lo studio, dopo il pesante tonfo registrato nei mesi precedenti che potrebbe arrivare addirittura al 9,4%, il settore riprenderà a crescere nel 2021 segnando un marginale +5,3% che fa ben sperare per la ripresa sostanziale del mercato del legno e dell’arredo e per il consolidamento della sua posizione di attore principale nei mercati internazionali. Secondo le stime, il settore andrebbe verso i 485 miliardi di fatturato nel 2022 e 555 nel 2026, ben 60 miliardi sotto il livello atteso pre-pandemia, mentre nel caso di esiti più positivi, il 2026 segnerebbe 570 miliardi di euro riducendo la differenza a 40 miliardi di euro.
Dunque serviranno tanti sforzi, tanta tenacia e impegno per recuperare quanto perso. Le aziende del settore si stanno organizzando al meglio per risollevarsi, ma per risalire la china dovranno porre maggiore enfasi su innovazione e sostenibilità, due capisaldi delle politiche di bilancio europeo. Conseguentemente, inoltre, non potranno fare a meno di rinnovare il proprio brand, oltre che strutturare nuovi progetti per diversificare ed affrontare nuovi mercati esteri.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Gianluca Totaro, redazione@exportiamo.it
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