Recentemente, un report del Centro Studi di Confindustria Moda condotto per Assocalzaturifici ha rilevato le performance delle esportazioni del settore calzaturificio nei primi mesi del 2020, evidenziando il generale crollo dell’export per il comparto.
Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda, nel mese di marzo 2020 le vendite estere di calzature hanno subito una frenata del -33,7% in termini di quantità e del -30% in valore. Dal lato della domanda interna, il report evidenzia nel primo quadrimestre del 2020 un calo dei consumi del -29,7% in volume e -33,7% in termini di spesa.
In controtendenza rispetto al generale andamento nazionale, il report rileva le performance dell’Emilia Romagna, che nei primi tre mesi del 2020 sono aumentate del +41% in termini di valore, grazie soprattutto al contributo di Piacenza, centrale polo logistico e distributivo dell’area per il settore, la cui importanza ha continuato a crescere negli ultimi anni, soprattutto per la presenza di importanti multinazionali del lusso.
In merito all’andamento nazionale del settore calzaturiero è intervenuto Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici, affermando che: “Questi dati non fanno che confermare le tendenze negative emerse già qualche settimana fa dall’indagine relativa all’impatto dell’emergenza pandemica che abbiamo condotto presso le aziende del comparto in pieno lockdown. Le imprese hanno infatti accusato nel primo trimestre una flessione media del fatturato pari al - 38,4% con una perdita complessiva settoriale stimata in 1,7 miliardi di euro.”
Con riferimento al mercato interno, il profondo rallentamento ha riguardato tutti i segmenti merceologici, con flessioni superiori al -30% con la sola eccezione del segmento pantofoleria/relax, che è calato del -17% in volume e del -16% in spesa, mentre i prezzi medi di vendita sono diminuiti del -5,7%.
Tuttavia, secondo i dati elaborati da Sita Ricerca, le vendite di calzature online in Italia hanno registrato nel primo trimestre 2020 un’accelerazione del +14% in termini di valore, arrivando a rappresentare il 23% della spesa totale, ben più alto rispetto al 13,1% registrato nello stesso periodo del 2019.
Infine, per quanto riguarda il commercio internazionale, il settore calzaturiero ha registrato nel primo trimestre 2020 un complesso di 52,7 milioni di paia vendute, registrando così un calo di 9 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, pari al -14,7% in volume e al -9,2% in fatturato. Da attendersi che i mesi successivi alla rilevazione la tendenza continui a essere in peggioramento, con l’indice Istat relativo alla produzione calzaturiera in diminuzione del -89,3% ad aprile, rispetto a un -55,2% a marzo.
Tra i segmenti che hanno subito le perdite maggiori in termini di vendite estere si evidenziano le scarpe con tomaio in pelle o in tessuto, in calo del -17,4%, e le pantofole, le cui vendite sono diminuite del -20,5%. Il comparto sintetico invece ha evidenziato una contrazione più contenuta, pari al -8,6%, mentre segna un aumento del +1,2% in termini di valore.
Spostando il focus sui mercati esteri, lo studio mostra come il pesante rallentamento dei flussi esteri riguardi sia i Paesi dell’Unione Europea che i mercati extra-UE. Nel primo caso, le vendite verso l’UE hanno registrato un calo del -12,6% in volume e -8,2% in termini di valore, nel secondo invece, i Paesi al di fuori della comunità europea hanno rilevato una contrazione pari al -18,2% in termini di quantità e del -10,1% in fatturato.
Nello specifico, il rallentamento è generalmente diffuso su tutti i mercati, con solo poche eccezioni come la Polonia che nel periodo ha visto un aumento dei volumi esportati verso il Paese. Anche le esportazioni verso a Corea del Sud sono risultate positive, con un +17,2% in valore e un modesto -2,7% in quantità. La Germania invece prosegue con il trend negativo già evidenziato nel 2019, con un -6,1% in volume e del -3,3% in fatturato generato. Le perdite più importanti riguardano però Cina e Hong Kong (-23% in quantità per entrambe) e CSI (- 23,4%). Risultati ampiamente negativi anche per gli USA (-15,2%) e per Svizzera e Francia (entrambi con un calo superiore del -20% dei volumi).
Infine, il saldo commerciale dei primi 3 mesi, pur rimanendo in attivo per 1 miliardo di euro, risulta in contrazione del -15%.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA