Il Settore Moda Made in Italy ai Tempi del Covid-19

Il Settore Moda Made in Italy ai Tempi del Covid-19

26 Giugno 2020 Categoria: Moda & Accessori

Secondo uno studio di Cassa Depositi e Prestiti, il settore della moda Made in Italy ha subito un duro colpo a causa degli effetti derivanti dall’epidemia di Covid-19. Tuttavia, l’intera filiera ha ottime potenzialità per risollevarsi se sarà in grado di adattarsi al mutato contesto di mercato.

L’industria della moda è uno dei settori più importanti per l’Italia, la cui indiscussa qualità è riconosciuta e apprezzata da anni in tutto il mondo. Per farsi un’idea di quanto questo comparto sia fondamentale per l’economia italiana, basti pensare che il fashion Made in Italy genera un fatturato superiore agli 80 miliardi di Euro, pari all’8,2% dell’intera industria manifatturiera italiana e occupandone il 12,5% dei lavoratori.

La filiera del fashion nostrana è caratterizzata per essere particolarmente estesa e articolata, con una produzione realizzata in prevalenza da piccole e medie imprese, e una successiva fase finale gestita nella maggior parte dei casi da grandi marchi del settore.

Tra i punti di forza che rendono l’industria della moda italiana particolarmente forte e competitiva nel panorama mondiale, bisogna evidenziare l’aver mantenuto all’interno della filiera nazionale la maggior parte delle attività e competenze di qualità che contraddistinguono i prodotti Made in Italy. Basti pensare che in Europa, circa un terzo dell’industria del fashion è collegata alle produzioni italiane e circa il 70% delle esportazioni nazionali si posiziona nella fascia di alta qualità.

Secondo l’analisi di CDP, il settore tessile-abbigliamento risulta tra i comparti che subisce gli effetti più pesanti derivanti dall’emergenza sanitaria, con un rallentamento nel 2020 del settore del lusso superiore al -35% e una previsione di riallineamento alle performance pre-crisi solo tra 2 o 3 anni.

Tuttavia, l’effettivo impatto che l’emergenza avrà sul settore moda dipende da quanto le misure più restrittive di contenimento della pandemia si protrarranno nel corso dell’anno. Inoltre, secondo l’analisi sembrano esserci tra i mercati internazionali effetti differenti sul settore moda a seconda delle tempistiche con le quali la pandemia di Covid-19 si è diffusa nei diversi Paesi.

In Italia, nel solo mese di marzo 2020, le produzioni di tessile, abbigliamento, pelli e accessori hanno registrato un crollo del -51,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le vendite al dettaglio di abbigliamento e pellicceria hanno subito perdite superiori al -57%.

Dall’altro lato, le vendite derivate dai canali digitali hanno registrato rilevanti incrementi, portando il digitale a essere sempre più fondamentale per le imprese del settore.

Secondo lo studio condotto da CDP, due sono i fattori principali che determineranno un recupero più o meno lento del comparto: da un lato, la ripresa dei flussi turistici, che contribuiscono in buona parte alle vendite del fashion, e dall’altro il recupero dei consumi da parte dei mercati del sud-est asiatico (in particolare della Cina), che hanno contribuito particolarmente alla crescita del settore nell’ultimo decennio.

Infine, la capacità di adattarsi al nuovo contesto di mercato sarà cruciale nei prossimi mesi e dipenderà dalla velocità con la quale le aziende del settore saranno in grado di innovare i modelli di business, concentrandosi sulle principali tendenza già in essere prima della pandemia, e che hanno subito un’accelerazione negli ultimi mesi.

Nello specifico, le imprese della moda dovranno focalizzarsi sui temi quali:

Digitalizzazione, riuscendo a essere presenti sui canali digitali con un approccio a 360° gradi per offrire ai clienti esperienze d’acquisto innovative;

Time to market, introducendo ed elaborando nuove metodologie di produzione che permettano un maggiore allineamento tra offerta e domanda;

Valorizzare unicità e riconoscibilità, mettendo in risalto i contenuti di qualità e artigianalità in grado di rispondere ad una domanda crescente di “bello e ben fatto”;

Sostenibilità, introducendo nei prodotti offerti quelle caratteristiche di sostenibilità ambientale sempre più ricercate dai consumatori.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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