Dopo il profondo calo delle vendite di immobili negli Stati Uniti a marzo 2020, le prospettive del settore real estate negli USA a maggio e per il futuro appaiono più ottimistiche.
A marzo 2020, la compravendita di abitazioni nuove ha registrato una brusca frenata degli scambi, con un totale di 627 mila unità vendute, in confronto alle 741 mila del mese di febbraio. Il dato di marzo, seppur ampiamente pronosticato dagli analisti, è stato sensibilmente peggiore rispetto alle stime che prevedevano un calo fino a 645 mila case vendute nel periodo.
Questi dati sono stati diffusi dal Census Bureau degli Stati Uniti, che ha evidenziato il forte calo del -15,4% a marzo rispetto al mese precedente (-15% per il consensus). In confronto allo stesso mese del 2019 invece, il calo risulta pari al -9,5%.
Nonostante il contesto continui a essere dominato dall’incertezza, primi segnali di recupero arrivano dall’indice HMI (Housing Market Index) relativo alla fiducia del settore immobiliare USA, realizzato dalla NAHB, l’associazione americana rappresentante degli operatori americani del settore real estate. Infatti, l’indicatore si è attestato a 37 punti, in aumento rispetto ai 30 del mese di aprile e ai 35 del consensus previsto per questo mese.
Tale indice, elaborato dalla National Association of Home Builders, rappresenta la sintesi delle aspettative di vendita attuali dei costruttori e dei prossimi sei mesi. Nello specifico, un risultato inferiore a 50 punti è sintomo di una prevalenza di giudizi negativi, mentre un livello superiore a tale soglia indica maggiore ottimismo.
Nella rilevazione più recente, le singole componenti dell’indice hanno raccolto i seguenti risultati: per le vendite attuali si registrano 42 punti (nel mese precedente 36), per le vendite dei prossimi sei mesi invece, l’indicatore è passato a 46 punti dai 32 di aprile, mentre l’indice rappresentativo del traffico dei potenziali acquirenti è salito a 21 punti dai precedenti 13.
In sostanza si può concludere che, seppur lentamente, le prospettive per il comparto immobiliare statunitense cominciano a vedere la luce in fondo al tunnel, con conseguenti risvolti positivi sull’intera filiera.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Valeria Gambino, redazione@exportiamo.it
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