Sempre più persone stanno ordinando generi alimentari online a causa del Covid-19, portando a un cambiamento permanente degli acquisti da parte dei consumatori e ad un conseguente aumento delle entrate. Gli ordini di pasta online sono aumentati di quasi il 700% in un anno. Amazon si appresta diventare uno dei maggiori beneficiari del passaggio verso lo shopping online.
La società di ricerca e-Marketer prima della diffusione del Covid-19, stimava che le vendite nel canale e-commerce di alimenti e bevande, negli Stati Uniti, sarebbero cresciute del 23,4% raggiungendo oltre 32 miliardi di dollari nel 2020 rendendola così la categoria alimentare in più rapida crescita. Oggi il cambiamento più profondo nel comportamento dei consumatori, sta avvenendo proprio nel commercio elettronico di generi alimentari e questa trasformazione avrà probabilmente conseguenze durature.
L’andamento degli ordini di generi alimentari registrati online negli Stati Uniti durante l’epidemia di coronavirus, ha mostrato una tendenza nelle scorte di beni di prima necessità. Una ricerca condotta da Chicory, società di tecnologia alimentare con sede a New York, ha mostrato che i prodotti non deperibili si sono rivelati popolari nel commercio elettronico; in particolare gli alimenti in scatola con una lunga durata sono stati tra i più venduti e hanno registrato aumenti di solide percentuali a tre cifre dall’inizio dell’anno fino a marzo 2020. Interessante il confronto tra le variazioni percentuali degli ordini online avvenuti tra gennaio-marzo 2019 e quelli di gennaio-marzo 2020: il chiaro vincitore, è stata la pasta, con una variazione percentuale negli ordini online del + 699%. I pomodori schiacciati in scatola sono stati ordinati il 316% più spesso nel primo trimestre 2020 rispetto al 2019, gli ordini di peperoncini verdi in scatola sono aumentati del 235% mentre quelli dei fagioli neri in scatola sono aumentati del 163 %. Anche il latte, la pizza surgelata e la frutta secca hanno registrato aumenti significativi rispettivamente del 287%, 181% e 145%. L’interesse per alcuni prodotti freschi è aumentato, ma su una scala molto più piccola: gli ordini di pomodori, pollo e uova sono cresciuti di poco sopra l’80%. Melanzane e cetrioli sono stati acquistati meno rispetto al 2019, registrando un calo rispettivamente del -13% e del -34%.
Secondo un’analisi di RBC Capital Markets sulle preferenze degli utenti circa la spesa online, la divisione alimentare di Amazon potrebbe produrre $70 miliardi entro il 2023, diventando parte determinante delle entrate totali. L’analista di RBC Mark Mahaney, afferma :”Consideriamo Amazon come uno dei maggiori beneficiari strutturali di questo passaggio secolare verso lo shopping online, insieme a Walmart e Instacart”.
L’indagine svolta su 1.500 persone tra fine Marzo ed inizio Aprile, ha infatti rivelato che il 42% degli intervistati acquista generi alimentari online almeno una volta alla settimana, rispetto al 22% del 2018. Amazon è la destinazione più frequente per gli acquirenti, con quota del 60%, seguita da Walmart con il 47%. Mahaney ha inoltre aggiunto che la pandemia ha creato un punto di svolta per lo shopping digitale: una persona su tre tra gli intervistati ha affermato di aver effettuato il primo acquisto di generi alimentari online nell’ultimo mese e più della metà ha dichiarato che il Covid-19 “li sta portando ad aumentare in modo permanente la loro volontà di acquistare generi alimentari online“, a conferma di come la spesa su internet possa divenire una pratica abituale tra gli acquirenti.
RBC ha anche scoperto che la frequenza di acquisto, la dimensione degli ordini e la volontà di spendere di più hanno raggiunto i massimi storici. Il rapporto ha anche citato un aumento delle ricerche di Google per “alimentari online”, un aumento di download di app quali Amazon Prime Now ed altri servizi di consegna ed una crescita del 100% delle vendite giornaliere per gli acquisti digitali di generi alimentari negli Stati Uniti.
Il presidente di Instacart, azienda che gestisce servizi di consegna e ritiro di generi alimentari negli Stati Uniti e in Canada, tramite un sito web e un’app mobile, ha affermato che la domanda dei clienti nelle ultime settimane ha raggiunto livelli record ed è aumentata del 300% su base annua. Questo a dimostrazione che il Covid-19 ha portato una consapevolezza del valore, della facilità e della convenienza dello shopping online che potrebbe durare a lungo. Il picco degli acquisti di provviste online potrebbe anche aiutare Amazon ad aumentare la sua base di membri Prime.
Lo scorso Ottobre, infatti, Amazon ha reso la consegna gratuita di generi alimentari integrata all’abbonamento Prime e non più addebitata $15 al mese o $180 all’anno, da pagare in aggiunta alla tariffa Prime annuale, il vantaggio è divenuto senza dubbio uno dei più amati dell’abbonamento prime. Quasi il 75% degli intervistati ha dichiarato, infatti, di essere membro Prime, rispetto al 59% dell’anno scorso.
Prima dell’inizio dell’epidemia di coronavirus, le vendite di “grocery” online negli Stati Uniti rappresentavano una piccola parte del settore in generale, con il 3% della spesa per generi alimentari effettuata online e circa il 10% dei consumatori statunitensi che utilizzava questi servizi frequentemente. Il cambiamento epocale che stiamo vivendo si appresta a modificare le abitudini di vita de consumatori. Molti analisti ritengono che questo periodo sia riuscito ad incoraggiare tante più persone a testare questi servizi e dati i risultati positivi nella loro esperienza di acquisto non è da sorprendersi che possa avere effetti a lungo termine.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Giulia Rocchetti, redazione@exportiamo.it
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