L’edizione 2020 del Winter Fancy Food si presenta al Moscone Center di San Francisco con più di 80.000 specialità tra alimenti e bevande, proposti da oltre 1.400 espositori provenienti da tutto il mondo. Con più di 80 partecipanti italiani, il nostro Paese si presenta come Country Partner della Specialty Food Association organizzatrice della fiera.
Il 2019 è stato un anno molto positivo in termini di interscambio tra l’Italia e gli Stati Uniti, nonostante i timori scaturiti dalle controversie commerciali tra gli USA e l’Europa. Secondo i dati raccolti dall’US Department of Commerce, infatti, da gennaio a settembre dello scorso anno, si è registrato un aumento del 5,9% nell’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti, il cui valore si è attestato a 4 miliardi di Dollari.
Secondo le stime rilasciate dall’agenzia ICE, l’Italia si è confermata come il sesto fornitore di prodotti alimentari e bevande nei confronti degli Stati Uniti. Questi ultimi, a loro volta, rappresentano il primo mercato di destinazione extra-europeo di molte categorie alimentari, tra cui formaggi, pasta, olio d’oliva ed acque minerali. Dai dati, inoltre, si evince che mentre le due coste Est ed Ovest degli Stati Uniti rappresentano dei mercati consolidati, i produttori italiani sono meno presenti nelle regioni centrali e del Midwest.
In vista del Winter Fancy Food Show di San Francisco, la Specialty Food Association (o SFA) ha elaborato una lista di tendenze per il 2020 nel settore delle specialità alimentari.
“In questo settore, che ha visto nel 2019 un anno di crescita record – con un valore delle vendite pari a 148.7 miliardi di dollari - ci aspettiamo che l’attenzione nei confronti dei benefici sulla salute e della sostenibilità ambientale continui ad influenzare i trend di consumo. Tuttavia, ci sarà comunque spazio per prodotti destinati ad occasioni di consumo più divertenti, sia sotto forma di cocktail in lattina che di condimenti dalla provenienza internazionale” afferma Denis Purcell, responsabile dei contenuti editoriali per la SFA.
Vediamo di seguito le principali tendenze:
1. Prodotti di origine esclusivamente vegetale “Plants as Plants”: i sostituti della carne a base vegetale sono senza dubbio popolari sia nel retail che nel canale Ho.Re.Ca. Nonostante ci si aspetti una crescita continua, la SFA predice il ritorno dei consumatori alla frutta e verdura puri. I consumatori inizieranno a riflettere in maniera più critica nei confronti dei sostituiti della carne, cominceranno a guardare più attentamente la lista degli ingredienti, la filiera produttiva, l’utilizzo dell’acqua e la sicurezza alimentare, sempre più interessati dunque ai prodotti vegetali in quanto tali.
2. Sviluppo del prodotto secondo parametri di sostenibilità: Il rapporto realizzato dallo SFA, the Specialty Food Industry Report 2019-2020, descrive una speciale categoria di consumatori, la cosiddetta Generazione Z – ossia la generazione dei nati tra il 1997 e il 2012, detti anche nativi tecnologici – definiti “value-oriented”, ossia coloro che tengono conto dei valori e metodi di produzione aziendali al momento dell’acquisto.
Prodotti riciclati, ossia ricavati da ingredienti che normalmente verrebbero scartati, stanno diventando più popolari: ad esempio, le ultime novità in questo senso sono state caratterizzate da tea fatto con foglie di scarto di avocado, pizza congelate condite con scarti di verdure, e bevande al siero di latte realizzate a partire dai residui rilasciati dalla produzione del formaggio.
Le pratiche a basso impatto ambientale, il benessere animale, le tecniche di allevamento biodinamiche - ossia tutte quelle procedure che aiutano a sostenere la biodiversità e salute della terra - sono al centro dell’attenzione per i consumatori, come afferma la buyer di Market Hall Foods, Wendy Robinson, la quale si aspetta un numero sempre maggiore di prodotti realizzati secondo queste pratiche.
3. Gli alimenti prebiotici diventano ancora più richiesti: I prebiotici sono delle specifiche tipologie di fibre alimentari che alimentano i batteri intestinali benevoli e si trovano in alimenti come le banane, gli asparagi, le alghe e l’orzo, tra gli altri. Considerata una maggiore sensibilità dei consumatori rispetto al proprio benessere digestivo, i riflettori saranno rivolti su queste componenti prebiotiche che costituiranno gli ingredienti principali di barrette e snack realizzati con orzo e grano saraceno ricchi di prebiotici.
4. Le soluzioni ed alternative proteiche che non ti aspetti: La consapevolezza di prodotti proteici da parte di alcuni consumatori li sta spingendo verso la ricerca di risorse proteiche più interessanti per le proprie diete. Nel caso specifico dei consumatori di alici e noodles, ad esempio, si noterà una maggiore attenzione rivolta a quelle referenze che derivano da una cattura sostenibile, disponibili in varietà condite e già confezionate da consumare soprattutto nei ristoranti come arricchimento di hamburgers o come ingredienti nelle salse. Ad essi si affiancano i prodotti a base di pesce in scatola o in barattolo come le sardine o le aringhe. In tale categoria si assisterà al superamento dei noodle ricchi di proteine sulle varietà a base di lenticchie e legumi che sono presenti sul mercato da un po’ di tempo.
5. Il Cocktail e Mocktail Game continua, grazie alla praticità: In termini di bevande alcoliche e non il 2020 si prospetta come una riconferma di ciò che si è verificato nel 2019, anno in cui si è parlato molto spesso di Cocktail Game riferendosi alla promozione di nuovi mixers, tonic e decorazioni per realizzare cocktail a casa come quelli fatti al bar.
“Nel 2020 assisteremo ad una forte crescita sul mercato di cocktail disponibili in lattina e mocktail disponibili in bottiglia, alternative sofisticate ed innovative per i non-bevitori o, semplicemente per i consumatori più curiosi.” Afferma Andrew Freeman, fondatore di Af&Co, società di consulenza specializzata nel settore hospitality e ristorazione.
Saranno le imprese italiane capaci di intercettare i nuovi trend con una gamma di prodotti in grado di soddisfare la domanda dei consumatori americani?
Una nuova sfida attende i produttori nostrani oltre a quelle che sembrerebbe aver aperto il Presidente Trump, prima con l’inasprimento dei dazi su alcuni generi alimentari e poi con la sua visione del cibo maggiormente orientata al junk food rispetto a quella di Michelle Obama più favorevole alla dieta Mediterranea.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Maria Chiara Migliaro, redazione@exportiamo.it
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