L'ottimismo di Prada: dare forma ad una società del futuro sostenibile

L'ottimismo di Prada: dare forma ad una società del futuro sostenibile

18 Novembre 2019 Categoria: Moda & Accessori

Un dibattito sui cambiamenti più significativi in atto nella società contemporanea: è questo l’obiettivo che si pone l’annuale evento culturale che da 3 anni il Gruppo Prada organizza in collaborazione con le Schools of Management di Yale e del Politecnico di Milano, al fine di trattare temi di sostenibilità, inclusione ed uguaglianza.

Il contesto sociale in cui viviamo è complesso e richiede spesso riflessioni circa i temi della diversità, inclusione e sostenibilità e in relazione alla necessità di delineare ed implementare in modo efficace azioni concrete a riguardo.

Il Gruppo Prada promuove una cultura d’impresa orientata alla ricerca di equilibri compatibili con le esigenze di salvaguardia delle risorse ambientali, incorporando nel proprio lavoro una logica di restituzione di valore alla società. Temi quali sistema ecologico, risparmio energetico, recupero dei rifiuti e maggiore sviluppo dei valori sostenibili sono aspetti di cui si parla da tempo.

Quattro anni fa la storica casa di moda ha quindi deciso di iniziare a stimolare il dibattito e di dar luogo, con cadenza annuale, ad eventi e conferenze con esponenti del mondo accademico, istituzionale, artistico e imprenditoriale per offrire spunti di riflessione circa i cambiamenti più significativi in atto nella società contemporanea.

La prima conferenza, svoltasi nel 2017 ed intitolata “Shaping a Creative Future” ha esplorato le connessioni tra creatività, sostenibilità ed innovazione: la creatività infatti può consentire sviluppi sostenibili ed il progetto Econyl di Prada ne è la conferma.

L’anno successivo ha avuto luogo a Milano il secondo incontro con “Shaping a Sustainable Digital Future” il cui obiettivo era quello di indagare il rapporto tra innovazione digitale e sostenibilità. Infine lo scorso 8 Novembre 2019 presso l’Headquarter newyorkese della maison di moda si è svolta la terza edizione dell’evento intitolato “Shaping a Sustainable Future Society”. L’incontro, incentrato principalmente sulla sostenibilità legata alla società, aveva l’intento di sensibilizzare le persone alla dignità umana, al rispetto, alle pari opportunità e all’eguaglianza declinata in tutte le forme: sia nella collettività che nei contesti più piccoli come lo sono i mondi aziendali.

Ad aprire la giornata un intervento del presidente di Prada Carlo Mazzi che ha ribadito di credere molto nel progetto confermando la necessità che il dibattito si allarghi a livello sociale per ampliare il suo spettro di azione. Mazzi ha spiegato come il tema trattato sia estremamente vicino allo spirito di Prada e come, perseguire la diversità e promuovere la sostenibilità, sia diventata un’esigenza alla quale non ci si può sottrarre.

Ed è per questo che Prada, a conferma della sua natura volta all’innovazione, non soltanto per quanto riguarda il design e la manifattura di abiti ed accessori, è pioniera nell’industria del lusso nel richiedere un prestito legato allo sviluppo sostenibile dell’azienda.

L’accordo, firmato lo scorso 5 Novembre con Crédit Agricole per 50 milioni di Euro, prevede un tasso di interesse che può essere ridotto al raggiungimento di tre obiettivi concordati con la banca francese. Tra questi, l’incremento nelle collezioni future di utilizzo di nylon rigenerato come quello usato per il progetto Re-Nylon.

Si chiama così, infatti, la capsule collection di borse iconiche del marchio, sensibile alle tematiche ambientali. Le borse sono prodotte utilizzando il filato riciclato Econyl: un filo di nylon realizzato con rifiuti di plastica recuperati negli oceani, come reti da pesca, o destinati alle discariche come scarti di fibre tessili e vecchi tappeti. La maison italiana conta di arrivare ad utilizzare il 100% di nylon riciclato su tutti i prodotti entro il 2021. Se in termini economici questa tipologia di prodotto ha un costo maggiore, l’idea di poter offrire qualcosa, che abbia un forte contenuto etico legato al riciclo, ha sicuramente un valore ineguagliabile.

Infine, durante la conferenza, sono stati presentati i risultati di una ricerca, realizzata da Prada e dalla School of Management dell’Università di Yale sulla natura e l’impatto delle considerazioni etiche tra i consumatori del lusso statunitensi.

I risultati hanno rivelato che, l’83% dei consumatori, ritiene di non avere informazioni di base su come le aziende si comportino nei confronti delle questioni sociali.

Il sondaggio ha analizzato 1.170 consumatori statunitensi, di cui il 52% erano donne, il 48% uomini, con un’età media di 47 anni, che avevano effettuato un acquisto “premium” negli ultimi 12 mesi in almeno uno dei seguenti settori: lusso, automobilistico, hotel e viaggi e tecnologia.

I partecipanti erano chiamati ad esprimere quanto determinate azioni avessero impatto in ognuno dei settori sopra citati.

Di questi il lusso ha ottenuto migliori risultati rispetto agli altri in termini di “favorire diversità di genere”, con circa il 45% dei partecipanti convinti che il settore lusso sostenga questo tema.

Per quanto concerne l’impiego a favore della promozione di etnie e culture differenti e del supporto dei diritti umani, tutti i settori hanno ricevuto una percentuale a favore molto simile. Il settore lusso infine ha ottenuto basse performance rispetto agli altri, per quanto riguarda la rilevanza del trattamento equo dei dipendenti, il trattamento equo dei clienti e la riduzione dell’impatto ambientale.

Infine, quando ai consumatori sono state presentate opzioni che potessero giustificare un aumento dei prezzi su un paio di jeans, il motivo considerato più accettabile è risultato essere “miglior retribuzione dei produttori”, seguita da “la riduzione delle emissioni in fase di produzione” mentre il motivo meno accettabile è risultato essere un aumento di prezzo correlato alla crescente popolarità dei jeans.

Risulta quindi necessario porre un occhio all’ambiente e un altro ai diritti dei lavoratori, perché i consumatori chiedono sempre più trasparenza e sono anche disposti a pagare qualcosina in più per un prodotto che non sia solo di qualità, bello e fatto bene, ma che sia realizzato anche secondo i criteri di una sostenibilità che non possiamo più rimandare. Dunque, con i clienti del lusso che danno la priorità alle questioni sociali che incidono sulle loro scelte, ora spetta ai leader del settore riuscire ad implementare azioni correttive mirate e a comunicarle nel modo più efficiente possibile.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Giulia Rocchetti, redazione@exportiamo.it

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