Nel fine settimana appena trascorso abbiamo visitato SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale dove i produttori nei settori: Food, Care&Beauty, Green Lifestyle, hanno esposto i propri prodotti ad una platea composta da buyer anche internazionali, consumatori ed appassionati del mondo BIO.
La 31° edizione di Sana, organizzato da BolognaFiere, in collaborazione con AssoBio e FederBio ha registrato numeri in crescita, oltre 1.000 imprese espositrici, 950 nuovi prodotti, 60.000 mq di area espositiva ed oltre 2.500 incontri con buyer internazionali. I numeri del biologico italiano sono la testimonianza della dinamicità del settore: in Italia sono quasi 2 milioni gli ettari di superfici agricole a coltura bio (+3% rispetto al 2017, 15,5% della SAU nazionale), il Paese è primo esportatore dell’Unione europea (2 miliardi di fatturato annuo) ed è ai vertici mondiali per il numero di imprese che trasformano prodotti biologici.
L’interesse da parte dei consumatori per i cibi biologici è crescente poiché vengono considerati più sani e genuini. La tendenza si avverte soprattutto nei mercati internazionali, l’80% dell’export di prodotti bio dell’agroalimentare è diretto in Europa, con Francia e Germania in testa. In soli dieci anni le esportazioni sono cresciute di quasi il 600% arrivando a un valore di 2,2 miliardi di euro. Tra le eccellenze Made in Italy maggiormente apprezzate oltre confine vi è il vino biodinamico, i vegetali, i formaggi e la pasta.
Tra i nuovi mercati di sbocco c’è il Giappone, dove con il recente accordo di libero scambio sono stati azzerati i dazi sui prodotti agroalimentari europei permettendo all’export italiano di raggiungere gli 865 milioni di euro.
In occasione di Sana la neo Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Teresa Bellanova, ha indirizzato agli operatori del settore, un significativo messaggio:
“Il nostro obiettivo è evidente: rimettere l’agricoltura e l’alimentare al centro dell’Agenda del Paese, sostenere sempre più e sempre meglio qualità, eccellenza, tracciabilità, sicurezza, posizionamento delle nostre imprese e dei nostri prodotti in Italia e nel mondo. E questo anche alla luce dei dati diffusi proprio in questa occasione che certificano il nostro Paese come leader in Europa per imprese e 2 milioni di ettari di superfici biologiche certificate. La buona agricoltura e il buon mangiare sono irrinunciabili, il che significa da parte nostra assoluto sostegno alle imprese di qualità e contemporaneamente contrasto altrettanto assoluto e prioritario alle contraffazioni, alla pirateria alimentare, alle agromafie, al falso Made in Italy, al lavoro irregolare in tutte le sue forme. L’incremento dei terreni destinati alle coltivazioni biologiche è un buon segno ma non è ovviamente l’unico. Vogliamo lavorare per rendere sempre più sostenibili le nostre produzioni e per garantire sicurezza al consumatore attraverso controlli rigorosi. Anche per questo va completato l’iter della legge sul biologico. Le nostre imprese meritano regole più chiare, efficaci, meno burocratiche. In questa direzione il ruolo che svolge una Fiera come il Sana, ormai punto di riferimento internazionale per il bio, è di grande importanza.”
Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, ha commentato: “Si è appena conclusa una settimana molto importante per il biologico, iniziata con gli Stati Generali dove sono stati presentati i punti al centro del Manifesto 2030, proseguita con il grande successo della 31a edizione di SANA e la Festa del Bio. Il Manifesto del bio 2030 rappresenta un contributo concreto e importante che FederBio, insieme ad AssoBio e a BolognaFiere, propongono per impostare una strategia all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte. A consolidare il ruolo di protagonista del biologico e la valenza di questa edizione di SANA anche le dichiarazioni del neo Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che punta sul bio come motore di sviluppo dell’agricoltura italiana. La crescita continua del settore richiede una serie di strumenti indispensabili per strutturare in maniera adeguata il sistema d’imprese e garantire il rispetto dei valori fondanti del vero biologico e per questo è fondamentale che l’approvazione in via definitiva della legge sul bio avvenga in tempi rapidi. Questa posizione del Ministro è sicuramente un buon inizio per il mondo del biologico e può essere l’avvio di un percorso per una programmazione strategica del settore, che possa cogliere le opportunità che il biologico offre all’agricoltura italiana. I dati presentati a SANA ne attestano l’incremento costante sia in termini di mercato, sia come numero di operatori e superfici dedicate”.
Roberto Zanoni, presidente di AssoBio, che ha sottolineato che: “I numeri sono particolarmente soddisfacenti sia per quanto riguarda l’Italia (cresce in tutti i settori) e sia per l’estero (cresce del 10%), quest’ultimo consente al biologico italiano di essere il primo esportatore in Europa e il secondo nel mondo dopo gli Stati Uniti d’America. Ancora una volta le imprese associate hanno avuto la possibilità di confrontarsi con gli operatori internazionali del bio presenti a SANA attivando importanti opportunità di business”.
Grande soddisfazione anche per l’area Care&Beauty. Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, ha dichiarato: “La cosmesi vive pelle a pelle col consumatore e soddisfa le sue esigenze quotidiane. Lo abbiamo visto nel concreto anche in questi giorni a SANA dove le numerose aziende del settore presenti nei padiglioni dedicati al Care&Beauty hanno risposto a un’attenzione crescente verso i prodotti a connotazione naturale. Il comparto cosmetico lo scorso anno ha fatturato 11,4 miliardi di euro, di cui il 42% destinato all’export: anche all’estero, infatti, il nostro settore è riconosciuto come un’eccellenza che si distingue per sicurezza, qualità, affidabilità, ricerca. Questi capisaldi della reputazione dell’industria cosmetica nazionale promossi in manifestazione attraverso il progetto ABC cosmetici (www.abc-cosmetici.it).”
Il bio può fare da volano alla crescita delle imprese italiane soprattutto oltre confine, consentendole di presidiare quelle nicchie di mercato a più alto valore aggiunto e dove la concorrenza dei grossi players industriali internazionali è meno aggressiva.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Alessio Gambino, redazione@exportiamo.it
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