Ogni anno i furti contribuiscono a scavare un buco da ben 49 miliardi di euro nelle tasche dei retailer europei, un totale di perdite che potrebbe rappresentare, per dimensione, il quarto maggiore retailer del continente.
È quanto emerge dal rapporto “Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage” condotto da Crime&tech, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore-Transcrime, con il supporto di Checkpoint Systems, leader globale nella fornitura di soluzioni from source to shopper per il settore retail.
Lo studio rivela quali sono i prodotti più rubati per valore nel settore retail: tra i prodotti alimentari, i primi cinque sono bevande alcoliche, formaggi, carne, dolci e pesce in scatola. Nel settore dell’abbigliamento sono accessori, maglieria, pantaloni e camicette i prodotti più rubati, mentre telefoni cellulari e accessori sono in cima alla lista rispettivamente nel settore dell’elettronica e tra gli attrezzi di alto valore nei negozi di fai-da-te.
Dal rapporto emerge inoltre che i reati più comuni sono il taccheggio, i furti commessi dai dipendenti e le frodi, ma sono in aumento anche forme fraudolente interne più sofisticate, come falsi vuoti, resi fittizi, e frodi legate alle carte fedeltà. Il “grab and run” (prendi e scappa) continua ad essere il modus operandi maggiormente adottato dai taccheggiatori, ma vengono utilizzate frequentemente anche le borse schermate, che impediscono ai prodotti muniti di etichetta antitaccheggio di essere rilevati dalle tecnologie Eas (Sorveglianza Elettronica degli Articoli) meno recenti.
Le contromisure più adottate includono sistemi di videosorveglianza (utilizzata dall’80% dei rispondenti), tecnologie Eas e sistemi di allarme gestiti da terzi (70%), mentre oltre il 25% dei rispondenti combina sistemi Eas e videosorveglianza per una protezione più efficace.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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