Il mercato italiano dell’Artificial Intelligence (AI) è ancora agli albori: secondo la stima effettuata nel 2018 dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il suo valore è di 85 milioni di Euro, una cifra contenuta che senza alcun dubbio vedrà una rapida crescita nei prossimi anni, ma dietro cui si percepisce già un fervente dinamismo delle imprese.
L’AI è spesso erroneamente percepita come una minaccia per l’uomo. Infatti, non mancano scenari pessimistici in cui i robot andranno a rubare all’uomo posti di lavoro o, peggio ancora, potranno agire contro l’essere umano. Tuttavia, vi sono ambiti dove emerge più chiaramente come l’Artificial Intelligence sia un’opportunità per raggiungere risultati insperati solo qualche anno fa. Ne è un esempio il mondo dell’assistenza alle persone fragili (anziani o disabili) in cui l’AI può portare miglioramenti sostanziali alla loro vita.
Ad esempio, gli smart home speaker potranno aiutare gli anziani a prendersi cura di sé, ad esempio, ricordandogli di assumere i medicinali o andare dal medico per una visita periodica di controllo.
L’ecosistema di assistenza alla persona non è però solo all’interno delle mura domestiche, ma si può estendere all’infrastruttura circostante. Si pensi ad esempio ad un assistente virtuale che riordina i medicinali o acquista la spesa online con consegna a domicilio. In questo scenario, possiamo immaginarci che l’ordine del cliente verrà consegnato da un robot a guida autonoma che, attraversando la città, consegnerà i medicinali e la spesa direttamente davanti alla porta di casa, senza obbligare l’interessato a uscire o a chiedere a qualcuno di svolgere le commissioni al suo posto.
Anche per altre forme di disabilità si stanno moltiplicando gli sforzi per trovare soluzioni che, sfruttando l’AI, possano offrire nuovi modi di assistenza e supporto. Un’ area in cui si sta lavorando è l’utilizzo della Computer Vision per descrivere ai non vedenti la realtà che li circonda. Software di Image Recognition, abbinati ad algoritmi per la generazione di un vocale, possono così descrivere la scena che un dispositivo – uno smartphone o un visore – sta inquadrando. Si tratta di un’applicazione che può trovare grande utilità ad esempio per un ipovedente che deve fare la spesa al supermercato piuttosto che prendere un treno in stazione: nel primo caso questa tecnologia guiderà l’utente nella scelta dei prodotti da acquistare, descrivendo la merce esposta a scaffale, nel secondo invece leggerà al posto dell’uomo il tabellone con le indicazioni dei treni in arrivo e in partenza, consentendogli di salire sul mezzo corretto.
Questi sono solo alcuni degli scenari in cui l’AI potrà migliorare l’assistenza alle persone fragili. Le grandi aziende multinazionali si sono già mosse in questa direzione lavorando a varie soluzioni. Amazon ha siglato recentemente un accordo con PillPack, azienda che distribuisce farmaci a domicilio in America; Apple ha lanciato in Italia la nuova versione del suo Smart Watch introducendo elettrodi per effettuare un ECG; Microsoft e Google invece hanno rilasciato delle App per i non vedenti – Google Lookout e Microsoft Seeing AI – in grado di fornire descrizioni a chi ha disabilità visive.
Le opportunità di crescita sono dunque consistenti, non solo per le Big Tech, ma anche per startup e aziende che vogliono differenziarsi offrendo soluzioni e servizi che possono semplificare la vita alle persone più fragili della società.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA