Ormai da diversi anni si è diffuso il pensiero che i manager di oggi e di domani per essere competenti e all’altezza del ruolo svolto all’interno delle aziende, debbano assolutamente avere una solida formazione negli ambiti matematici, scientifici, ingegneristici e tecnologici, oltre ad un mindset considerato favorevole per questo genere di posizioni. Questo “profilo ideale” si va a completare con le cosiddette soft skills, e nel nostro Paese anche con la perfetta conoscenza della lingua inglese (preferibilmente anche di una seconda lingua straniera).
Ma tutto ciò ha un effettivo riscontro sul campo o manca qualche “ingrediente” per essere effettivamente competitivi e soprattutto efficaci nel ruolo ricoperto? Ci si dimentica molto spesso infatti, quasi dandolo per scontato, della perfetta padronanza della lingua italiana, sia nelle capacità oratorie che nella scrittura.
Sapersi esprimere in modo impeccabile e avere un controllo totale sulla propria lingua madre infatti porta evidenti vantaggi:
- Saper parlare bene in italiano significa avere una mente creativa e questo comporta l’essere in grado di analizzare con senso critico tutto ciò che quotidianamente viene sottoposti al giudizio di un manager.
- Un’ottima padronanza della lingua italiana significa avere la capacità di adattare il proprio vocabolario al contesto e al pubblico che si ha di fronte, riuscendo così a trasmettere efficacemente il messaggio che si vuole comunicare al pubblico con il quale ci si relaziona.
- Un’ottima dialettica inoltre, permette a un manager di entrare in stretta sintonia emotiva con chi gli sta davanti, esprimendo più approfonditamente le proprie emozioni e sensazioni, così da riuscire a trasferirle più facilmente all’interlocutore.
- Infine, saper parlare bene nella propria lingua ha delle notevoli implicazione in termini di capacità persuasive, caratteristica che non può di certo mancare a un manager di successo.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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