La filiera più tradizionale del mercato italiano, l’immobiliare, si sta trasformando in una delle asset class più appetibili per gli investitori. E lo fa sfruttando l’economia digitale, che attraverso strumenti di finanza alternativa rimodula business e modelli di sviluppo. Il crowdfunding immobiliare, infatti, è oggi uno dei modi più semplici per investire in real estate (per sapere cos’è e come funziona il crowdfunding clicca qui).
Fino a qualche anno fa, l’unica opzione per entrare nel mercato immobiliare era disporre di grandi capitali e comprare proprietà. Oggi invece esistono portali specializzati che consentono a tutti di partecipare al mercato immobiliare anche con piccole somme di denaro e di diversificare il portafoglio con un investimento considerato da sempre sicuro e redditizio.
Anche se più conosciuto e utilizzato all’estero, in Italia il crowdsourcing per progetti di sviluppo immobiliare sta prendendo piede da qualche anno a questa parte, e ci sono diverse piattaforme di crowdfunding autorizzate che stanno offrendo questa opportunità.
Questi portali, pur essendo simili, differiscono tra di loro in termini di modelli e offerte di investimento, limiti e requisiti di accreditamento. È bene sapere infatti che ci sono due tipi di crowdfunding immobiliare: equity e lending. La differenza consiste nel fatto che nel lending crowdfunding l’investitore diventa titolare di un diritto di credito, mentre nell’equity si comprano le quote della società in cui si investe. Nel primo caso, quindi, non si diventa soci o proprietari di qualcosa ma, in cambio del denaro prestato, entro una scadenza e a un tasso di interesse prestabiliti, si ha diritto a riavere indietro il credito. Tramite equity crowdfunding invece si entra proporzionalmente alla somma investita nella società che realizza il progetto immobiliare (ma non si diventa automaticamente proprietario di un immobile).
Tra le principali piattaforme attive in Europa si segnalano:
- Crowdestate: è stata lanciata in Estonia nel 2014 e, dopo il successo registrato nel Nord Europa, nel 2018 si è aperta al mercato italiano. Opera nell’Equity based crowdfunding e permette agli investitori di scegliere e finanziare solo determinati progetti che hanno superato rigidi controlli.
- Housers: nata in Spagna nel 2016, opera nel lending crowdfunding e si è recentemente aperta anche al mercato italiano.
- Walliance: è stata la prima società fintech del settore ad aprire in Italia nel 2017, ed è autorizzata da Consob ad esercitare. Con Walliance è possibile investire in Equity based crowdfunding.
- Concrete: è una new entry del settore e, come Walliance, opera nell’equity crowdfunding con autorizzazione di Consob. Il portale propone progetti immobiliari di sviluppo che possono avere luogo sia in Italia sia all’estero.
- Trusters: da poco approdata sul mercato anche Trusters è una piattaforma di lending crowdfunding immobiliare focalizzata su progetti sul territorio italiano.
Grazie alla democratizzazione del mercato, ritornare a investire sul mattone è quindi un trend possibile.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA