L’affermazione dei diritti a tutela del consumatore affonda le sue radici in un passato non troppo remoto.
Il 15 marzo 1962, il Presidente degli Stati Uniti John Kennedy pronunciò davanti al congresso americano le seguenti parole: «Quando al consumatore viene proposto un prodotto non di qualità, quando i prezzi sono esagerati, i farmaci non sono sicuri o utili, quando il consumatore non è in grado di decidere sulla base di una corretta informazione, allora i suoi dollari diventano avariati, la sua salute e la sua sicurezza sono minacciati, l’interesse nazionale ne risente».
Questo discorso è universalmente considerato come la prima dichiarazione sui diritti dei consumatori.
Tuttavia, solo nel 1983 le Nazioni Unite riconobbero la validità di quanto affermato da Kennedy, venti anni prima, e decisero di dedicare una giornata ai consumatori, istituendo la Giornata Mondiale del consumatore e, successivamente, nel 1999, anche l’Unione Europea, sulle orme delle Nazioni Unite, ha indetto una giornata dedicata ai consumatori europei, entrambi previste ogni 15 marzo dell’anno.
In questa data le organizzazioni dei consumatori di tutto il mondo pianificano eventi che celebrano l’importanza dell’ammissione di diritti fondamentali per la tutela dei consumatori e, di conseguenza, per la “salute” dell’economia in generale.
In ambito europeo, la scelta di prevedere una giornata dedicata ai diritti dei consumatori nasce dalla volontà delle istituzioni di garantire al cittadino la tutela del diritto all’informazione, con l’obiettivo di creare consapevolezza in chi acquista, e di spronare tutte le forze di mercato a rispettare e ad accrescere la sicurezza dei consumatori in quanto parte attiva dell’economia.
In una società basata sul mercato, infatti, i consumatori rivestono un ruolo fondamentale nel panorama socio-economico e, in quanto attori principali, è importante che siano pienamente consapevoli del loro ruolo.
A oltre quarant’anni dal discorso del presidente Kennedy sull’introduzione nel diritto statunitense della tutela dei consumatori e a poco più di trenta dalla prima politica consumeristica europea, si può tracciare un bilancio dell’avanzata, nell’ordinamento europeo, del diritto dei consumi.
Le molteplici direttive emanate dall’Unione Europea si sono occupate di tutti gli aspetti riguardanti il contratto del consumatore e si sono stratificate negli anni formando un vero e proprio corpo normativo.
In particolare, i primi interventi normativi europei sono stati finalizzati a disciplinare la pubblicità comparativa e a reprimere la cosiddetta pubblicità ingannevole, a cui hanno fatto seguito iniziative per garantire la sicurezza dei prodotti, stabilendo specifiche di produzione e commercializzazione, per la sicurezza alimentare, al fine di garantire al consumatore europeo qualità elevata dei prodotti, garanzie di alto standard di igiene, bassi rischi e idonea informazione attraverso in particolare precise disposizioni in merito all’etichettatura dei prodotti e molte altre.
Nonostante le istituzioni europee si siano molte adoperate negli anni per tutelare i diritti dei consumatori in diversi ambiti, continuano, anno dopo anno, a migliorare le già vigenti normative con l’intento di adattarle ai cambiamenti che interessano i mercati e le società. Ad esempio, nel Consumer Conditions Scoreboard pubblicato dalla Commissione Europea a luglio 2017, è emerso come in Europa un consumatore su cinque, nel periodo di indagine, abbia avuto un problema legato all’acquisto di un prodotto o di un servizio e nel 66% dei casi si trattava di un acquisto effettuato online. Le istituzioni competenti sono state in grado di rispondervi prontamente, adottando un Regolamento che vieta il geoblocking nel mercato interno. I blocchi geografici sono, infatti, una pratica discriminatoria che impedisce ai clienti online di accedere e acquistare prodotti o servizi da un sito web di un altro Stato membro. Grazie al nuovo regolamento si elimineranno gli ostacoli al commercio elettronico evitando, così, la discriminazione fondata sulla nazionalità o sul luogo di residenza dei consumatori.
Questo è solo un esempio che dimostra quanto è stato fatto e quanto ancora sta facendo l’Europa per i consumatori. Tuttavia, affinché le azioni poste in campo dalle istituzioni siano efficaci, anche al consumatore si richiede di fare la sua parte, ovvero, di avere un ruolo attivo e critico.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca Simonelli, redazione@exportiamo.it
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