Il mondo della calzatura si è ritrovato a Fiera Milano (Rho) dal 10 al 13 febbraio per il tradizionale appuntamento con Micam, il salone internazionale leader del settore promosso da Assocalzaturifici, giunto all’87esima edizione e che si svolge in contemporanea con MIPEL – The Bag Show, la più la importante manifestazione internazionale dedicata al settore pelletteria. Scopriamone insieme i trend e tracciamone un bilancio.
Anche quest’anno Micam ha rappresentato un evento irrinunciabile per gli oltre 43mila visitatori professionali che vi hanno preso parte ed un’occasione unica di business per i 1304 espositori (716 italiani e 588 stranieri) che, su una superficie di 60.361metri quadrati, hanno presentato in anteprima le collezioni autunno/inverno 2019-2020 con un’offerta completa, ricca di contenuti e qualità, design e innovazione, tecnologia e artigianalità.
Una mostra viva e vitale che rappresenta la più alta espressione della creatività e della qualità di un comparto di punta del nostro Paese che, nel suo insieme, vale oltre 14 miliardi di euro, occupa 76.600 addetti ed esporta l’85% della produzione.
Un comparto, quello calzaturiero, che, pur in uno scenario economico sempre più complesso, ha chiuso il 2018 con una tenuta della produzione in valore e con il raggiungimento dell’ennesimo record assoluto dell’export, nonostante la ormai cronica stagnazione della domanda interna e le difficoltà su diversi importanti mercati esteri.
Dove vanno le scarpe Made in Italy?
L’intero anno chiude infatti, secondo le stime di preconsuntivo elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, con un calo in volume della produzione Made in Italy (-2,6%) e dell’export (-2,3%), ma con segni positivi in valore (produzione +0,7% ed export +4,2%), in virtù dell’aumento dei prezzi medi. Tale andamento divergente tra quantità e valori, se da un lato conferma l’eccellenza riconosciuta dai buyer esteri alla produzione italiana – l’export, con circa 9,6 miliardi di euro ha raggiunto l’ennesimo record assoluto – dall’altro ribadisce il ruolo ormai determinante svolto dai grandi brand internazionali del lusso. Lo testimoniano gli incrementi a doppia cifra dei flussi verso la Svizzera (+ 14,2% in volume, +17,1% in valore), utilizzata dalle griffe quale piattaforma logistico-distributiva e l’impennata del prezzo medio in Francia (+17,3%).
Analizzando i mercati e le aree di destinazione, si riscontrano andamenti disomogenei nell’UE (dove sono dirette 7 calzature su 10 vendute all’estero) e dove l’export cala del 4,6% in quantità malgrado una crescita del 3,6% in valore determinata dal significativo incremento dei prezzi medi (+8,6%). Non deludono mercati storici come Germania (+2% volume) e Regno Unito (+1,6%), mentre risultano inferiori alle attese gli altri principali mercati comunitari, che flettono tutti nelle quantità (Francia -6,7%, Spagna -7,7%, Olanda -13,7%, Belgio -11,6%, Austria -3%), pur con aumenti, o comunque trend decisamente meno penalizzanti, in valore.
Maggiormente soddisfacenti le vendite extra-UE che, oltre ad un incremento del 4,3% in valore, segnano un +2,9% in quantità. Con incrementi prossimi al 20% (sia in volume che valore) è la Cina a trainare le vendite nel Far East, seguita dalla Corea del Sud (+6,7%volume). Insieme hanno compensato i trend negativi di Hong Kong (-7% in quantità) e Giappone (-2,2%). Relativamente a quest’ultimo va detto che l’entrata in vigore del trattato di libero scambio con la UE può rappresentare una grossa opportunità per gli operatori italiani: malgrado i lunghi tempi con cui si perverrà alla completa liberalizzazione, l’abolizione delle quote e la progressiva riduzione dei dazi renderanno più accessibile questo importante mercato.
Anche gli Usa, con un bel +5,8% in quantità confermano la loro passione per le scarpe Made in Italy, anche se è il Canada, con un ben più cospicuo +21,6% rilanciato dall’entrata in vigore provvisoria del CETA a mostrare i segnali più incoraggianti.
Non mancano però le preoccupazioni, in primis per il nuovo arretramento della Russia: dopo il recupero del 2017, nei primi 10 mesi del 2018 ha fatto segnare un -14,3% in quantità. Le vendite attuali sono pari alla metà dei livelli 2013, con pesanti ripercussioni nei distretti (marchigiani) particolarmente votati a quest’area.
A tal proposito, in occasione dell’inaugurazione di Micam, il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha dichiarato: «Ci battiamo e ci batteremo non perché siamo filorussi o filoamericani, ma perché siamo filoitaliani. Se ci sono imprese che stanno avendo enormi danni dalle sanzioni contro la Russia è giusto che si riveda lo strumento, non il principio».
Nell’agenda del Governo ci sarà posto anche per la lotta alla contraffazione: «Useremo la tecnologia blockchain – ha dichiarato il numero uno del Mise – per tracciare l’autenticità dei prodotti del tessile, delle calzature e dell’alimentare».
Lasciatevi ispirare dall’Arte voi ch’entrate…
Quello del settore calzaturiero è un percorso in salita, insomma, un po’ come il viaggio allegorico all’interno della Divina Commedia che Micam propone ormai da tre anni a questa parte. Dopo i peccati ambientati nelle bolge infernali e quelli espiati all’interno delle cornici del Purgatorio, è ora il momento di immergersi nella beatitudine delle sfere celesti: il 2019 è l’anno del Paradiso.
“Lasciatevi ispirare dall’Arte voi ch’entrate” è il claim di questa 87esima edizione che mette in risalto la scoperta dell’oggetto nel suo essere opera d’arte, matrice di gioia e di completezza per chi lo sa apprezzare, spostando il focus dai sentimenti contrastanti e “peccaminosi” che il desiderio bramoso di possedere una calzatura di qualità porta con sé, per concentrarsi sull’oggetto stesso.
La scelta di questa campagna adv orientata a raccontare la passione per la qualità e la forza evocativa di un accessorio di moda e sempre innovativo come solo le calzature sanno essere, ben si coniuga con le legittime aspirazioni di Micam, che non solo conferma il suo ruolo di hub privilegiato per l’avvio di contatti commerciali concreti, ma rappresenta un momento unico per vivere e scoprire la creatività e i valori che animano il settore attraverso eventi e iniziative originali e coinvolgenti.
Tra le novità c’è ad esempio l’annuncio della nascita di PLUG-Mi. The Sneakers Culture Experience, un nuovo format completamente B2C che debutterà a settembre, dedicato al dinamico mondo delle sneakers e rivolto ai millennial, inventori delle tendenze più rivoluzionarie e promotori delle abitudini di consumo contemporanee. Per prepararsi al lancio, nel padiglione 7 è stato creato uno spazio per riflettere sul ruolo che le sneakers rappresentano oggi per il settore e per i clienti finali: un laboratorio di idee per scoprire come nascono mode e tendenze e quali caratteristiche possono fare di una calzatura sportiva un vero e proprio cult.
All’interno del padiglione 4 è stato invece allestito il corner dedicato agli Emerging Designer dove dodici talenti nazionali e internazionali hanno presentato le loro collezioni all’interno di dodici architetture espositive sostenibili.
Inoltre, per contribuire a dare slancio alle nuove imprese che si affacciano sui mercati internazionali, nello spazio Young Italian Emerging Designers Around The World a cura di ICE, sono state esposte dieci paia di calzature di aziende emergenti.
Ma Micam è anche un’occasione imperdibile di aggiornamento professionale: sono stati infatti moltissimi i seminari in cui si è discusso di scenari commerciali ed in cui sono state individuate, insieme alle tendenze di stile previste per le prossime stagioni, gli sviluppi più attuali in tema di marketing, retail e nuovi gruppi di consumatori.
Presenti infine anche cinque Top Infuencer cinesi che hanno parlato di sé stessi e del legame fra social media ed e-commerce.
Insomma come affermato da Annamaria Pilotti, presidente di Assocalzatutrifici, “oggi all’interno di Micam trova spazio il meglio dell’offerta calzaturiera mondiale, grazie alla presenza di prestigiosi produttori provenienti dai cinque continenti: mille sfaccettature dell’eleganza e della qualità a disposizione dei buyer internazionali, che prediligono un prodotto di tendenza, ma di fascia media”.
Fonte: a cura di Exportiamo, Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it
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