Spagna in Stallo Dopo le Elezioni, ma non Frena l’Export Italiano verso Madrid

Spagna in Stallo Dopo le Elezioni, ma non Frena l’Export Italiano verso Madrid

26 Luglio 2023 Categoria: Focus Paese Paese:  Spagna

Il risultato delle recenti elezioni ha gettato la Spagna nell’ingovernabilità, ma le forze politiche scongiurano un ritorno anticipato alle urne e sono già al lavoro per formare una nuova maggioranza. Nonostante tutto, l’economia iberica rimane forte e il nostro export verso Madrid è atteso crescere con vigore nei prossimi anni.

Domenica 23 luglio i cittadini spagnoli sono stati chiamati al voto in quelle che si possono in tutti i sensi definire calde elezioni. Le votazioni amministrative dello scorso maggio – che hanno mostrato un significativo calo dei consensi per il Partido Socialista Obrero Español (PSOE) – hanno indotto Pedro Sanchez, Presidente in carica da giugno 2018 e leader del partito di centro-sinistra, ad anticipare le elezioni governative che si sarebbero dovute tenere a fine anno.

Il risultato delle urne però ha restituito una situazione di stallo: il Partito Popolare di Alberto Núñez Feijóo è risultato vincitore con oltre il 33% dei suffragi e 136 seggi. Una rimonta molto forte rispetto alle elezioni del 2019, quando i seggi conquistati furono solo 89, ma questi voti non bastano al leader conservatore per sperare di formare un governo di destra,  essendo ben lontano dai 176 seggi necessari per la maggioranza assoluta.  Anche contando i voti di Vox, il partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal, che ha ottenuto solo il 12,4% dei voti pari a 33 seggi, e quelli di altri partiti minori (come UPN e Coalición Canaria), le destre si fermerebbero a 171 seggi, cinque in meno della maggioranza assoluta che blinda il mandato a formare un nuovo governo.

Sulla carta, però, neanche il blocco di sinistra sarebbe in grado di raggiungere la maggioranza necessaria per governare. Il Partito Socialista di Sanchez, che incassa un’incredibile rimonta rispetto ai sondaggi delle scorse settimane, rimane comunque fermo a 122 seggi (il 31,7% delle preferenze) a cui si aggiungono i 31 di Sumar, la neonata coalizione guidata dalla vicepremier Yolanda Diaz, in cui è confluito Podemos, che si attesta al quarto posto con 31 seggi (12,3%), per un totale di 153 seggi. I partiti regionali storicamente alleati del Partito Socialista in Parlamento - ERCBilduPNV e BNG - hanno ottenuto un totale di 19 deputati che uniti ai 153 seggi di PSOE e Sumar porta a 172 seggi. Un’eventuale alleanza col partito catalano filo-indipendentista Junts di Carles Puigdemont potrebbe portare a una maggioranza assoluta (7 seggi ottenuti), ma tutto è ancora da chiarire. Il piccolo partito non ha escluso questa possibilità, ma ha già annunciato che Sánchez dovrà dare qualcosa in cambio. 

Ora spetterà al Re Felipe VI il compito di aprire le consultazioni e indicare il nome del politico incaricato di formare il nuovo governo, dando ufficialmente il via alle trattative e gli accordi tra i vari partiti. Nei due campi, partiranno subito trattative intense ma, in questo scenario, Sánchez è favorito rispetto a Feijóo, che sulla carta ha un unico alleato possibile, Vox.

La governabilità del paese sembra ancora una volta a rischio, ed il timore più grande, nel caso in cui non si dovesse riuscire a trovare una maggioranza stabile, è che possa ripetersi la stessa situazione del 2019, quando si votò ad aprile e poi  di nuovo a novembre per formare un governo con una maggioranza di sinistra.

L’esito delle contrattazioni per formare un governo ricoprono una rilevanza notevole anche a livello comunitario: la Spagna, infatti, il 1° luglio ha iniziato il proprio semestre di Presidenza del Consiglio Europeo.

Indipendentemente da tutto, comunque, l’economia spagnola dovrebbe continuare a mostrare un andamento sostenuto. Dopo aver registrato lo scorso anno un PIL in aumento del 5,5%, superiore non solo a quello dei principali Paesi europei (verso i quali scontava un ritardo nel recupero post-Covid) ma anche al ritmo medio delle economie emergenti, la crescita dell’attività economica in Spagna, in parte frenata dall’inflazione, è prevista restare sopra la media dell’eurozona nel 2023 (+1,5% vs +0,8%). Madrid, infatti, ha saputo fronteggiare la crisi energetica grazie a forniture diversificate, una limitata dipendenza dall’import di gas russo e una significativa capacità di rigassificazione.

In questo contesto favorevole, secondo le previsioni SACE, sono attese ricadute positive anche per il nostro export di beni, previsto in aumento del 6% circa sia quest’anno sia il prossimo quando raggiungerà i €36 miliardi in valore (+4 miliardi rispetto al 2022). Tale andamento oltre a essere in linea con il tasso di crescita stimato per il 2023 delle vendite nazionali verso il mondo (+6,8%), è superiore a quello del 2024 (+4,6%), a riflesso del vigore del mercato spagnolo.

Gli investimenti e le riforme adottate, tra cui le semplificazioni autorizzative per impianti fotovoltaici ed eolici e i maggiori investimenti nelle reti di distribuzione elettriche, stimoleranno la domanda di beni intermedi come i metalli e beni di investimento come gli apparecchi elettrici, cresciuti già intensamente lo scorso anno, e per i quali sono previsti incrementi marcati anche nel 2023 (rispettivamente +12,6% e +10,2%). Un altro settore promettente è quello dei mezzi di trasporto: sono stati introdotti, infatti, incentivi volti a stimolare la domanda di veicoli elettrici, con il varo al contempo di un piano di sostegno da circa €3,8 miliardi per il settore automotive, gran parte del quale sarà impiegato per lo sviluppo della filiera nel Paese che potrebbe generare alcune opportunità anche per le nostre imprese. Ciò si riflette su un profilo di crescita sostenuto per le nostre vendite di mezzi di trasporto (+6,5% nel 2023 e +5,9% nel 2024). Dopo i marcati aumenti del biennio 2021-22, la crescita tornerà su una dinamica fisiologicamente più contenuta, ma comunque positiva, per i beni di consumo (+3%) e l’agroalimentare (+5%), anche a causa delle pressioni inflattive.

A testimoniare la buona performance attesa dell’export italiano verso la Spagna è il dato dei primi cinque mesi del 2023, che segnala una crescita del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2022, a fronte di un incremento solo del 2,2% delle vendite verso l’area Ue e del 4,8% di quelle complessive verso il mondo.

In questo senso, le imprese italiane possono beneficiare delle prospettive favorevoli per l’economia spagnola cogliendo le numerose opportunità che offre questo mercato “vicino”.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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