I Passaporti più Potenti al Mondo: la Classifica 2023

I Passaporti più Potenti al Mondo: la Classifica 2023

30 Marzo 2023 Categoria: Expatriamo

Il Giappone resta saldamente ancorato in prima posizione, l’Italia rimane nella Top Five al quarto posto, mentre il passaporto afghano è quello meno potente al mondo.

Dal 2006 la società di consulenza britannica Henley & Partners stila una graduatoria, il “Passport Index”, che decreta quali sono i passaporti più potenti al mondo in base al numero di destinazioni a cui i titolari possono accedere senza visto preventivo. La classifica viene aggiornata in tempo reale durante tutto l’anno, man mano che entrano in vigore le modifiche alla politica sui visti.

Esistono tante classifiche di questo tipo, ma il “Passport Index” di Henley & Partners resta il più autorevole perché è l’unico che si basa sui dati forniti dall’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA). Attraverso ricerche incrociate, si valutano i passaporti di 199 Paesi mettendoli in relazione con 227 possibili mete in tutto il mondo. Il meccanismo per stilare l’indice è semplice: il punteggio totale di ogni passaporto è pari al numero di destinazioni per le quali non è richiesto il visto.

La Top Five

Per il quinto anno di fila il passaporto giapponese si conferma essere quello più potente al mondo, consentendo l’ingresso senza visto a 193 destinazioni su 227. Il secondo scalino del podio è condiviso da altri due paesi asiatici, Singapore e Corea del Sud, che consentono l’accesso a 192 destinazioni.

Al terzo posto si collocano invece due paesi europei, Germania e Spagna, con 190 mete raggiungibili.

Con 189 Paesi in cui l’ingresso è visa-free l’Italia si riconferma nella Top Five dei passaporti più potenti, collocandosi in quarta posizione a pari merito con Finlandia e Lussemburgo.

Al quinto posto, con un punteggio di 188, si trovano Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia.

Gli effetti della guerra sul passaporto russo e ucraino

Rispetto al 2022, sembra che l’invasione russa non abbia avuto un impatto significativo sui risultati ottenuti da Russia e Ucraina nell’indice, almeno sulla carta: la prima è in 50° posizione con un punteggio di 119; la seconda è al 35° posto con 144 paesi visitabili senza visto.

Tuttavia, a causa delle chiusure dello spazio aereo e delle sanzioni, ai cittadini russi è effettivamente vietato viaggiare nella maggior parte del mondo, con le marcate eccezioni degli Emirati Arabi Uniti e della Turchia, che sono diventati punti focali. Agli ucraini, invece, sono stati concessi diritti d’emergenza per vivere e lavorare nell’Unione Europea per un massimo di 3 anni. L’Ucraina resta uno dei Paesi più in ascesa nell’indice: negli ultimi dieci anni è salita di oltre 24 posizioni. E se dovesse aderire all’UE, entrerebbe probabilmente nella Top Ten.

Cresce la forza dei passaporti degli Stati arabi del Golfo Persico

Il potere del passaporto di questi Paesi è stato identificato come una tendenza chiave per il prossimo anno. Gli Emirati Arabi Uniti hanno scalato ben 49 posizioni negli ultimi 10 anni, arrivando ora al 15° posto con un punteggio di 176. Gli analisti prevedono che quest’anno il Kuwait e il Qatar firmeranno un accordo senza visti con l’UE, una mossa che migliorerà notevolmente i loro punteggi nelle future classifiche.

Disparità economiche e libertà di viaggio

Il passaporto meno potente al mondo è quello dell’Afghanistan, che ha subito un duro colpo durante l’agosto 2021 quando è salito al potere il regime guidato dai talebani, un regime che ha ottenuto scarso riconoscimento internazionale. Il passaporto afghano, infatti, si colloca al 112° posto, con accesso senza visto a soli 27 paesi, 166 destinazioni in meno rispetto al Giappone: si tratta del più ampio divario di mobilità globale nei 18 anni di storia dell’indice.

In generale, le ultime posizioni della classifica sono occupate quasi interamente da paesi africani e del Medio Oriente che versano in condizioni politiche instabili ed hanno un’economia sottosviluppata o in via di sviluppo: l’Afghanistan è infatti preceduto da Iraq, Siria, Pakistan, Yemen, Somalia, Palestina, Nepal, Corea del Nord e Libia.

Ciò mette in evidenza la forte correlazione esistente tra libertà di viaggio e ricchezza, che è alla base di un altro indice stilato dalla Henley & Partners, l’Henley Passport Power Score, ottenuto incrociando i dati dell’International Air Transport Association con quelli della Banca mondiale relativi ai Pil nazionali. Si tratta di uno strumento che consente di valutare e prendere coscienza delle ineguaglianze economiche e disparità di ricchezza esistenti nel mondo, associando ai passaporti la quota di Pil globale dei Paesi a cui il documento dà accesso senza visto. Ad esempio, i proprietari dei passaporti nigeriani possono visitare senza visto solo 46 destinazioni (20% del mondo) e questi Paesi rappresentano l’1,5% del Pil globale.

Considerando l’enorme differenza in termini di destinazioni e Pil con i primi classificati, è chiaro il divario economico e sociale, di opportunità e crescita che penalizza questi Paesi. Gli Stati con i punteggi più alti si caratterizzano invece per economie più aperte, che incoraggiano gli investimenti diretti esteri e il commercio internazionale, tendono a crescere più velocemente, sono maggiormente innovativi e produttivi, e forniscono stipendi più alti e più opportunità ai loro cittadini.

Anche se, in questo senso, il passaporto italiano è abbastanza “potente”, prima di partire per l’estero, soprattutto per mete lontane e potenzialmente rischiose, è comunque buona prassi consultare il sito Viaggiare sicuri della Farnesina, che oltre a fornire informazioni relative ai requisiti per l’ingresso dà indicazioni utili anche in relazione allo stato di sicurezza, alla situazione sanitaria e alle condizioni di mobilità nel paese che si vuole visitare, oltre a dare avvisi su situazioni di carattere urgente e temporaneo.

Per viaggiare in sicurezza, inoltre, vi è anche la possibilità di iscriversi e registrare il proprio viaggio su Dovesiamonelmondo.it. La registrazione su questo portale, gestito dall’Unità di Crisi della Farnesina, fa sì che i dati del viaggio siano condivisi solo ed esclusivamente con l’Unità che, in caso di crisi all’estero, potrà rintracciare il viaggiatore ed intervenire più rapidamente, in base alle circostanze.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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