Con Giovanni Faenza, Founder di Ritual Lab, abbiamo parlato del birrificio dove passione, dedizione e ricerca concorrono alla creazione di un prodotto di alta qualità curato sotto ogni minimo dettaglio.

Benvenuto Giovanni! Per chi non ti conoscesse, raccontaci un po’ chi sei e cosa fa Ritual Lab Brewing&Growing.

Sono un birraio della nuova generazione, quella della Craft revolution italiana, che stiamo vivendo da qualche anno a questa parte.
Ma prima di tutto sono un grandissimo amante del buon bere e del buon mangiare: la degustazione è al centro del metodo produttivo scelto da Ritual.
Ritual Lab è un piccolo birrificio situato alle porte di Roma aperto nel 2015 e specializzato nella produzione di birre moderne, mantenendo sempre però un legame profondo con la tradizione.
La qualità prima di tutto!

Com’è nata l’idea di Ritual Lab Brewing&Growing?

È nata quasi per gioco anni fa con mio padre ed in poco tempo si è trasformata in una vera a propria attività da 4.000HL di birra annui.
Il segreto di questa crescita rapida e solida è stato proprio avere un’idea precisa di quello che volevamo fare e dopodiché non abbiamo perso tempo, abbiamo bruciato le tappe senza lasciare mai indietro nulla ed in pochi anni siamo diventati uno tra i migliori birrifici in Italia.

Da quali profili è composto il vostro team?

Siamo divisi in due squadre: nella prima siamo 4 birrai addetti al confezionamento, alla produzione del mosto, nonché alla programmazione delle cotte (abbiamo più di 40 referenze!) e alle attività più propriamente commerciali.
La seconda squadra invece è composta da 3 figure: due trasportatori e un addetto alla logistica e al magazzino.
Infine c’è l’area segreteria e marketing dove lavora un’ultima figura, fondamentale per gestire la grande burocrazia che purtroppo abbiamo.

Qual è il vostro business model? Avete competitor in Italia? E all’estero? In cosa vi differenziate?

Il nostro business model è molto semplice e lineare: dobbiamo riuscire a portare il meglio nelle mani del consumatore finale dal punto di vista qualitativo senza alcun compromesso!
Abbiamo dei rigidi protocolli interni che ci permettono di proporre un prodotto unico sia in termini di originalità ma soprattutto di fattura.
Abbiamo diversi competitor in Italia e all’estero che si trovano sulla nostra stessa lunghezza d’onda, ma quello in cui sicuramente ci differenziamo è la maniacale attenzione al prodotto, dalla selezione delle materie prime al confezionamento, per proporre al consumatore qualcosa di unico e non replicabile nel suo complesso.

Chi è il vostro cliente tipo? Come lo intercettate?

Locale specializzato, ristorante molto attento o piccole botteghe di eccellenze.
Spesso il contatto avviene per passaparola ed è proprio il cliente a contattarci.

Quanto tempo ci avete messo ad entrare sul mercato? Quale strategia avete adottato?

Abbiamo impiegato qualche anno a studiare il mercato prima di aprire il nostro impianto produttivo. Abbiamo deciso di iniziare con produzioni in impianti di terzi così da avere la possibilità di sondare questo nuovo mondo senza gravarci di eccessivi rischi e responsabilità. Appena abbiamo capito che potevamo proporre qualcosa di davvero innovativo abbiamo deciso di fare il grande passo.

Come siete riusciti a finanziare la vostra startup fino ad ora e come pensate di finanziare i vostri progetti di crescita?

Abbiamo degli investitori che hanno creduto nel progetto iniziale e che hanno reso possibile questa crescita così “sana” .
Personalmente ho avuto la grande occasione di poter pensare solamente al prodotto e per un birraio questo è davvero importante.

Ad oggi quali sono i vostri numeri?

Ad oggi il birrificio produce circa 4.000HL di birra finita all’anno.
Produciamo circa 150.000 bottiglie all’anno con una percentuale fusti-bottiglie rispettivamente del 70%-30%, percentuale che speriamo di invertire nel futuro in quanto il nostro obiettivo è crescere sul mercato della birra in bottiglia o lattina.

E quali gli obiettivi per il futuro?

Negli ultimi anni stiamo investendo molto nella barricaia dedicata alle birre da invecchiamento, investimenti che stanno portando i loro frutti con prodotti che già stanno diventando simbolo del birrificio soprattutto all’estero.

Che consiglio daresti a chi sta per avviare una startup?

Consiglio sempre di sondare bene il mercato che si vuole affrontare prima di fare grandi investimenti. A mio avviso, nel nostro caso, il mercato è ricco di opportunità ma va ricordato che parliamo sempre di un lavoro di fatica, manualità e sacrificio, quindi alla base di tutto ci deve essere tanta passione.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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