Il 2020 ha visto l’evolversi di nuove dinamiche globali per il commercio mondiale. La pandemia di Covid-19 ha accelerato il cambio nelle abitudini di consumo e nell’utilizzo della tecnologia in ogni aspetto della nostra vita. In questo contesto storico si colloca l’Expo di Dubai, il primo nella regione MENA ed il più grande evento mai organizzato nel mondo arabo. L’esposizione accoglierà 190 Paesi partecipanti e milioni di visitatori da tutto il mondo, aspirando a creare un’eredità significativa che andrà a beneficio delle generazioni future, sia a livello locale che globale, spaziando dalle innovazioni all’architettura, dalle amicizie alle opportunità commerciali.
Connecting minds, creating future: ecco lo slogan dell’evento che pone al centro la mobilità, la sostenibilità e la connettività. I temi pensati prima dell’emergenza risultano oggi più che mai cogenti.
Il sito dell’evento è diviso in tre distretti tematici, ognuno con uno specifico padiglione, la cui architettura è ispirata al suo tema. Ad esempio, il padiglione della sostenibilità dimostra come sia possibile produrre energia da fonti rinnovabili e utilizzare le risorse naturali in modo sostenibile: infatti, la sua imponente cupola è coperta da pannelli solari ed ha la capacità di creare acqua, sottraendo l’umidità dall’aria circostante.
Grazie ad alcune partnership con grandi aziende come Cisco, Accenture, Siemens sono stati sviluppati alcuni dei software più innovativi, con l’obiettivo di creare un equilibrio ottimale tra efficienza energetica, sicurezza e comfort dei visitatori. Singolare è il sistema operativo MindSphere di Siemens, basato sulla tecnologia Internet of Things (IoT), che raccoglie e analizza i dati provenienti da sensori, gateway, sistemi e applicazioni di gestione degli edifici, per poi inviarli ad applicazioni come la piattaforma di gestione energetica Navigator.
Anche il Padiglione Italia è stato pensato come un Digital Innovation Hub. Il commissario generale dell’Italia a Expo2020, Paolo Glisenti, ha affermato “Ci piace l’idea di un Padiglione capace di cambiare forma e funzione nel tempo, che sia cioè vivo e in perenne trasformazione”. Continua indicando i tre scopi ed obiettivi del padiglione, ovvero: uno strumento di Open Innovation – che fungerà da hub per integrazione delle filiere industriali tecnologiche, scientifiche e manifatturiere; uno strumento di Open science – centro di collaborazione per ricerca, scienza e industria; Open source, punto di tracciabilità di aggregazione, di immissione dei dati o informazioni che, dopo l’Expo, potranno essere riutilizzati. “In questo senso l’edificio sarà fortemente digitalizzato e nel suo piccolo potrà rappresentare il rilancio del settore industriale e manifatturiero e dei servizi italiani e di digitalizzazione delle filiere italiane che si pongono l’obiettivo di un forte rilancio e di una promozione anche internazionale”, conclude Glisenti.
Dopo l’esperienza della pandemia del coronavirus, i progettisti ritengono importante rafforzare maggiormente la parte digitale del Padiglione puntando anche alla salute e al benessere.
Nell’era della digitalizzazione l’audience dell’evento sarà una generazione digitale, di Millennials e Gen Z arabi e asiatici che cavalcano l’onda dell’innovazione.
L’Expo di Dubai si pone, dunque, al centro di quella trasformazione digitale che vede come protagonisti soprattutto le persone attraverso nuove logiche e dimensioni, che distinguono sempre meno il reale dal virtuale, considerandoli due aspetti complementari della stessa realtà.
Gli EAU si faranno portavoce di una serie di nuove tendenze del commercio globale, tra cui il commercio elettronico e la logistica integrata che collegherà il Mediterraneo e l’Asia.
Inoltre, l’Expo sarà l’esposizione che interesserà la più grande area di libero scambio del mondo: MENASA (Middle East, North Africa, South Asia), verso la quale ogni anno si registrano 120 miliardi di esportazioni italiane, ovvero il 30% del nostro export.
L’Asia ha senza dubbio accelerato il suo sviluppo, spostando i flussi internazionali verso oriente; entro la fine del prossimo anno, le previsioni indicano che l’economia cinese dovrebbe crescere di quasi il 10% rispetto alla fine del 2019 a seguito della sua risposta medica ed economica di successo alla pandemia. In aggiunta, con il cambio di inquilino alla Casa Bianca si aprono nuove prospettive e nuovi scenari economici tra i quali sarà interessante osservare gli sviluppi con Teheran e Pechino. Un ulteriore cambio di rotta è rappresentato dagli accordi di Abramo, che aprono nel mediterraneo prospettive commerciali inedite.
In questo contesto gli EAU si pongono come hub di connessione commerciale, un ponte tra l’Oriente e l’Europa verso tutta questa area e l’Expo rappresenta una grande occasione di attrazione investimenti diretti in Italia.
Il tema di Expo 2020 Dubai, Connecting Minds, Creating the Future, si basa sulla convinzione che l’innovazione e il progresso siano il risultato di persone provenienti da campi e background diversi, che normalmente non collaborerebbero, che si uniscono in modi nuovi e unici per condividere idee e risolvere sfide globali.
L’Italia è il sunto perfetto di questo concetto di sostenibilità sociale, essendo da sempre un crocevia di cultura mediterranea e innovazione che genera bellezza.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Cristiana Oliva, redazione@exportiamo.it
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