Bloovery, la Prima Startup Flowertech al Mondo

Bloovery, la Prima Startup Flowertech al Mondo

29 Aprile 2020 Categoria: Un'Italia da Export

L’industria floreale all’ingrosso soffre di una grossa lacuna tecnologica nei processi di vendita e distribuzione. L’acquisizione dei clienti è fatta mediante agenti sul territorio con costi altissimi, tutte le operations vengono gestite ancora manualmente, impiegando il triplo delle risorse necessarie, la logistica manca di un reale tracciamento dei prodotti.

Bloovery punta a ridurre tutte queste inefficienze connettendo in modo digitale i produttori ed i rivenditori del settore floreale, grazie all’introduzione di una piattaforma che rende semplice ed immediata l’esperienza di acquisto ed il controllo delle spedizioni, così da abbattere gli sprechi di merce, tempo e denaro. Con Simone Guzzetti, CEO di Bloovery, abbiamo scoperto la piattaforma Made in Italy che permette ai fioristi di effettuare ordini.

Da dove nasce l’idea di Bloovery?

L’idea di Bloovery nasce dalla doppia esperienza di uno dei founder, Simone Guzzetti, prima come responsabile ecommerce del sito di Vodafone Italia e poi come CEO dell’azienda di famiglia nel settore dei servizi legati a fiori e piante B2B. Abbiamo unito le nostre competenze per dare vita ad un progetto che fosse tutto nostro.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Il team è composto da Simone Guzzetti CEO che si occupa della strategia, dei rapporti con il mercato Olandese e della parte finanziaria, Michele Dondi che si occupa di marketing&sales e della gestione delle operations, Daniele Lenares CTO che si occupa del coordinamento dello sviluppo tecnologico e Simone Stanco Front End Developer che si occupa dello sviluppo del sito Bloovery. Le competenze più importanti sono sicuramente la conoscenza del settore e dei clienti unita alla capacità di produrre una valida tecnologia, nel minor tempo possibile.

Quali sono le principali difficoltà che una start up incontra nel mercato italiano?

La difficoltà principale ma anche la sfida più motivante è quella di ogni start up: raccogliere capitali per crescere e trovare investitori che credano nel tuo progetto.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro businesse quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Il mercato più interessante come forniture ed investitori è quello Olandese, dove il settore floreale è fra i più importanti. Per quanto riguarda i mercati di sbocco, tra i più interessanti troviamo la Germania, UK e Francia.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Certamente si. Noi abbiamo appena terminato il programma di accelerazione LUISS Enlabs di LVenture Group che ci ha fornito competenze, un network e capitali da investire nello sviluppo dell’azienda.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Il mio consiglio è questo: create un team forte e affidabile, investite in marketing e sviluppo tecnologico. Validate le vostre idee velocemente e sbagliate più in fretta possibile. Non perdete tempo in dettagli ma restare solo sulle cose più importanti. Abbiate il coraggio di mollare se non funziona e di ricominciare da capo.

Obiettivi per il futuro…

Diventare il riferimento in Europa per la vendita e distribuzione dei fiori e piante B2B rivoluzionando con la tecnologia tutta la supply chain.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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